giovedì 24 aprile 2008

Fattori di scala

Volevo solo segnalare questo interessante brevissimo articolo...

Sant Jordi

Ieri era San Giorgio, che qui si chiama Jordi ed e' il patrono della Catalunia. E' la festa degli innamorati. Gli uomini regalano una rosa e un libro alle donne e le donne regalano un libro agli uomini. Un San Valentino versione catalana.
Pare che sia una tradizione molto antica; negli anni della repressione franchista e' diventato simbolo di difesa dell'identita' nazionale catalana regalare libri editi dalla principale casa editrice catalana (anche se immagino fossero stampati in castigliano, visto che il catalano era ufficialmente proibito).
La rosa ricorda quella che secondo la leggenda Jordi regalo' alla principessa Silene dopo aver ucciso il drago.

Tra l'altro ho scoperto che a fissare la figura di San Giorgio come la conosciamo fu la "Legenda Aurea", scritta dal vescovo di Genova Jacopo da Varagine. Varagine e' l'antico nome di Varazze, che per chi non lo sapesse e' una ridente cittadina della Riviera ligure di Ponente dove, oltre a Jacopo, e' nato anche mio padre, che si chiama proprio Giorgio!

Ieri girando per la citta' c'erano centinaia di bancarelle che vendevano rose e libri ed era praticamente impossibile vedere una donna senza una rosa in mano... peccato che mi son dimenticato la macchina fotografica a casa, ma ho recuperato due foto su internet...

domenica 20 aprile 2008

La polvere da' le vertigini


I Pirenei sembrano riservare ogni settimana una nuova sorpresa.

Non mi sarei mai aspettato di trovare una stupenda polvere invernale da queste parti il 19 di aprile! E invece la Cerdanya, sul confine tra Spagna e Francia a due ore di macchina da Barcelona, aveva in serbo un finesettimana sorprendente, fatto di neve leggera e fredda, Catalani come sempre solo un poco piu' caldi e un tocco di vero calore italiano consumato in un rifugio accogliente come una casa.

Quando tutto va bene come questa volta, mi sento pieno e allo stesso tempo leggero, non faccio a tempo a mettere piede in casa che gia' vorrei ripartire. Ma scartare il prossimo regalo lentamente rendera' la sorpresa che nasconde ancora piu' grande.
Nel frattempo assaporo la "voglia di volare".

Cena italocatalana

giovedì 17 aprile 2008

Svolta...

... a destra. Non esiste piu' la sinistra in Parlamento.
Che l'Italia fosse un paese di destra lo sostenevo da tempo. Ora c'e' la conferma.
Abbiamo scelto la paura del diverso e la fiducia nell'uomo solo che risolve tutti i problemi. Siamo fatti cosi'.
Ora che governino cinque anni, io sto alla finestra, esposto al ludibrio delle genti straniere che non si spiegano come tutto questo possa accadere...

lunedì 14 aprile 2008

Apnea

Anche questa volta ho votato il meno peggio, tappandomi il naso.

Prima di andare a votare sono sempre molto freddo e scettico ma dopo, quando esco dal seggio, mi sento stranamente bene, come se avessi fatto una cosa bella e importante. Devo ammettere che sentirsi una piccolissima parte di tutta questa macchina e illudersi di avere un ruolo al suo interno e' alla fine gratificante.

E ora sotto con exit poll e proiezioni!

I conti si fanno alla fine

Si fa un gran parlare di nuove risorse e risparmio energetico. C'e' una cosa che mi domandavo giusto pochi giorni fa.

D'accordo, le lampadine a basso consumo consumano meno. Ma quanta energia in piu' ci vuole per produrle rispetto a quelle convenzionali? dico proprio tutto considerato, dalla prima delle materie prime allo smaltimento completo. Perche' lo smaltimento completo va fatto, perche' quella roba che c'e' dentro sicuramente tanto sana non sara'... E perche' e' cosi' che si fa il conto, altrimenti e' fumo negli occhi.

E poi oggi mi imbatto in questo articolo, che un po' viene in questa direzione, con le tipiche storture italiche.

Discorso analogo si potrebbe fare per le centrali solari... pare che ad ora non siano una fonte di energia, nel senso che nel loro ciclo di vita non producono piu' energia di quella consumata per produrle. E vale anche per i biocombustubili.

Tuttavia, in questo campo, devo dire che il mio solito pessimismo lascia spazio a un minimo di positivita' (o dovrei forse dire positivismo): ora puo' non essere energeticamente economico, ma di sicuro miglioriamo in fretta in questo tipo di cose e se teniamo a mente l'obiettivo, e' una strada che puo' portarci lontano.

Se teniamo a mente l'obiettivio, il problema e' tutto li': il mio obiettivo e quello di chi produce questa roba sono lo stesso?

sabato 12 aprile 2008

Tritacarne

Areoporto di Barcelona. Sei settimane cominciano a essere abbastanza per farsi un'idea.
Barcelona e' un tritacarne. Persone, luoghi, cose da fare, fatte, da dire, dette... tutto passa veloce pero' in qualche modo ti resta dentro.
Barcelona ti rapisce. Comincio a capire perche' mezzo mondo pare voglia trasferirsi qui.
Barcelona ti fa sentire vivo, ti costringe a vivere, ma a volte ti fa boccheggiare. E qualche cazzata ci scappa.
Cinque giorni di aria ferma non mi faranno male: Pisa, Genova, Roma. Sentire l'odore di casa e vedere vecchi amici, respirare. Odore di passato ma anche di presente e di futuro. Odore delle persone che sai ci saranno sempre.

Da domenica sera a mercoledi' saro' a Roma. Chissa' chi mi tocchera' veder celebrare. Chissa' se anche questa volta sara' come al solito e tutto sembrera' cambiato ma niente lo sara' per davvero.

Sono le 11.51 e mi sto per imbarcare.

Vamos a ver que pasa.

mercoledì 9 aprile 2008

Ipocrisia a cinque cerchi

A me la Cina fa paura. Tutte le volte che leggo qualcosa sulla sua crescita non posso fare a meno di ritenere inutile qualsiasi sforzo di tipo ecologista che possiamo fare nel nostro piccolo. Non capisco che senso abbia cercare di ridurre le emissioni del 10% in Italia in 5 o 10 anni, quando ogni anno le emissioni della Cina aumentano dello stesso valore delle emissioni totali dell'Italia...
Si' lo so: facciamogli vedere che si puo', convinciamoli che e' un problema di tutti, anche loro, e bla bla... ma ho l'impressione che questo fara' presa solo quando la situazione sara' davvero molto critica e forse allora sara' troppo tardi e gli sciacalli avranno gia' cominciato a circolare prima che la gente abbia potuto dare ascolto ai saggi.

Ora c'e' questa questione del Tibet. Mi fanno ridere quelli che dicono che bisognerebbe boicottare le Olimpiadi.
La Cina ha connessioni economiche fondamentali con tutto il resto del mondo cosiddetto sviluppato. Noi non campiamo senza la Cina, ma nemmeno la Cina campa facile senza di noi. E allora, possibile che l'unico modo di fare pressioni per fermare lo scempio che si compie sull'altipiano sia rubare un sogno a centinaia di ragazzi che stanno sudando da mesi ed anni per prepararsi a un appuntamento che puo' essere unico nella loro vita?

D'accordo, cosa volete che sia? un gioco o una gara si possono sacrificare di fronte alle vite della gente uccisa e torturata in Tibet, e se sacrificare una o tutte le gare bastasse a salvare una sola vita, ne sarebbe valsa la pena.
Ma cosa volete che sia un gioco o una gara di fronte anche soltanto alla millesima parte del business che la Cina fa, ad esempio, con l'Italia?

Temo pero' che in questo mondo interconnesso in cui tutti dipendiamo da tutti muoversi costi troppo e ho l'impressione che chi davvero ha il potere di fare pressioni non abbia alcuna intenzione di muovere un dito. Salvo chiedere alla delegazione olimpica di rimanere a casa, o magari non presentarsi alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi: penso proprio che alla sola minaccia gli Han abbiano gia' cominciato a ritirarsi dal Tibet...

Il secondo grande mistero dell'Universo...

...come tutti i seguaci di Doc Brown sanno, sono le donne.

Se del primo grande mistero, i viaggi nel tempo, sono almeno riuscito a capirci qualche minuscola cosa, sul secondo brancolo totalmente nel buio.

Oggi pero' ho ricevuto, naturalmente da una donna, un suggerimento molto importante.

Le donne riescono a sentire, e pensare, sinceramente, nello stesso tempo, una cosa e il suo contrario.

Dev'essere una qualche forma di adattamento evolutivo, probabilmente inibita dal testosterone, e probabilmente anche causa dei loro frequenti mal di testa...
Non voglio dire che gli uomini non possano, a volte, applicare questa sorta di "bispensiero" ma la naturalezza e la frequenza con cui lo fanno le donne, anche riguardo alle questioni piu' spinose, sono ben altra cosa, quasi un caratttere distintivo...
E' inutile, non saremo mai al loro livello...


Cliccare sulle immagini per vederle piu' grandi...

lunedì 7 aprile 2008

Come in un film

Alcune storie pensi di poterle vedere solo nei film. Io invece una di queste storie l'ho sentita raccontare da Mara, una signora di 65 anni, in una tranquilla casetta a Andorra, ed era la storia della sua vita.



Ho incontrato Mara grazie a Chiara, una mia amica che vive a Francoforte e mi e' venuta a trovare lo scorso finesettimana. Nella foto qui sopra, potete vedere noi tre e Michael, il compagno di Mara, nella loro casa di Andorra.

Mara e' nata in Lettonia. Ancora bambina e' scappata con tutta la famiglia in Svezia, partita poi a 15 anni per l'Argentina e dopo altri 3 anni per gli Stati Uniti, "finally, the land of opportunities". Il padre era un sarto, e aveva un chiodo fisso: diventare il sarto delle star di Hollywood. La cosa incredibile e' che c'e' riuscito! Pare che Clark Gable si vestisse solo da lui.

Mara a 23 anni diventa pilota di aerei. Verso i 30 anni e' una delle prime donne a essere comandante di un jet. Pilota il jet privato di un ricco milionario americano. Anche la storia di questo signore sembra uscita da un film. Alla fine degli anni '50, prende l'esclusiva per l'importazione delle BMW negli Stati Uniti. Contro il suo volere, lo costringono a prendere anche la concessione per la Volkswagen; lui non e' per niente d'accordo, pensa che nessuno comprera' quelle macchinette. Solo che la Volkswagen tira fuori il Maggiolino e il California e in un paio di decenni lui fa una montagna di soldi, al punto da potersi permettere il jet privato che Mara pilota.

A 36 anni, il suo matrimonio (con il suo istruttore di volo) e' finito e la sua carriera di pilota anche. Si iscrive all'universita' e diventa igienista dentale. Diventa l'igienista dentale del campo di una compagnia petrolifera americana in Arabia Saudita, dove vive 20 anni, in una specie di minicittadina del midwest americano importata nel deserto. Naturalmente, ci sono tante piccole differenze con una vera cittadina del midwest: ad esempio, l'alcool e' proibito. Tuttavia, il 50 per cento della popolazione e' formata da ingegneri chimici e metter su decine di distillerie casalinghe e' un attimo. Quando un padre di famiglia va a comprare sacchi da 50 chili di zucchero e barili di lievito, la scusa e' che si', alla moglie piace tanto fare i dolci! Sfortunatamente ogni tanto queste distillerie esplodono, e ufficialmente la scusa e' sempre la stessa: il bollitore. Temo che siano esplosi piu' bollitori in Arabia Saudita che in tutto il resto del mondo in quegli anni. Pare che anche la casa di Mara sia andata in fiamme una volta per un'esplosione. Di un bollitore. Dei vicini.

Alla fine della sua carriera di igienista dentale si ritira a vivere per 6 mesi all'anno ad Andorra, con il suo compagno Micheal, conosciuto in Arabia Saudita. Passano l'inverno tra i monti e vanno a sciare tutti i giorni. Mara trascorre il resto dell'anno in una comunita' di fricchettoni in Virginia mentre Michael nella sua tranquilla casa in Arizona... si rivedono giusto per andare a fare immersioni in Messico... ah, dormono in stanza separate... va a capire che diavolo di relazione hanno...

Potete immaginare la quantita' di storie quasi inverosimili che una coppia cosi' ti puo' raccontare in una serata. Una delle piu' divertenti pero' non ha a che fare con i loro mille viaggi ma e' una storia quasi "familiare" e vede la partecipazione della sorella di Mara, Anna.

Anna insegna danze mediorientali. Tra le sue allieve, c'e' un allievo. Un signore di mezza eta', Bob, che e' piu' o meno uscito di testa e vuole diventare donna, solo che non ha un soldo e non puo' permettersi l'operazione e allora per ingentilire i modi va a lezione di danza del ventre. Tra l'altro, con queste sue uscite, ha perso la famiglia e tutti gli amici e vive in macchina. Il marito di Anna vive lontano per prendersi cura dei genitori molto anziani e malati e, con il suo consenso, Anna accoglie Bob in casa. Lui da' una mano, da vero uomo, e si prende cura del cane di Michael. Si', Michael ha un cane, che pero' naturalmente non puo' portarsi in giro nei suoi viaggi, ed e' affidato ad Anna (e Bob) quando lui non c'e'.
Per il suo lavoro, Anna si sposta molto in auto. In America, nelle grandi autostrade ci sono corsie riservate per chi viaggia con almeno un passeggero. Ora viene il bello: il "lavoro" di Bob e' quello di accompagnare Anna in tutti i posti dove va, cosi' lei puo' prendere la "fast lane" e mentre lei lavora, lui porta in giro il cane di Michael! In cambio, lei offre vitto e alloggio.

"A man with a purpose". Subido solo.

A volte, per la paura che qualcosa o qualcuno ci scappi, la inseguiamo con troppa ansia e questo non fa che metterla ancora piu' rapidamente in fuga. Altre volte pero', se non si e' pronti a coglierla al volo, fugge lontano e non ripassa piu'.


E' gia' primavera ("que la sangre altera", y la nieve tambien, aggiungo io) da un pezzo e la neve si scioglie rapidamente sui Pirenei. Oggi le condizioni sono perfette, domani chissa', l'anno prossimo magari non nevica abbastanza e su per di la' proprio non ci si puo' andare.

Capita che mi ritrovo ad Andorra a casa di amici (Mara e Michael, americani dalla storia incredibile...) di un'amica (Chiara) che mi e' venuta a trovare da Francofote e sono l'unico scialpinista. Naturalmente mi sono portato dietro tutto. La sera di sabato faccio un rapido briefing nella valle di Ordino alla ricerca dell'itinerario migliore. Quello che pensavo di fare non sembra troppo praticabile, manca neve per lunghi tratti, ma incontro un simpatico gruppo di Catalani in cerca anche loro dell'itinerario per il giorno dopo. Pic de Tristaina mi dicono. Torno a casa: cartina, bollettino innevamento, nessuna relazione invernale ma un paio di foto di una gita estiva. Penso che sia perfetta.

Alle 8 sono alla partenza e i Catalani non si vedono. Chiara deve prendere l'aereo da Barcelona in serata e non posso aspettarli. Parto. Andare in montagna da soli, d'inverno, e' un'esperienza che ti assorbe completamente. Tutti i sensi sono attivi e il cervello danza tra lo studio della cartina, della neve, del pendio e il controllo della fatica. In piu', nei passaggi tranquilli, hai un sacco di tempo per pensare. E di sicuro, con tutto quello che passa ogni giorno il convento qui a Barcelona, di cose a cui pensare ne avevo parecchie. I compagni che non mi vengono mai a mancare li ho attaccati ai piedi: gli sci e la mia ombra.


La notte e' stata serena come poche, la giornata e' splendida, la neve ha rigelato, e' dura e si sale rapidi, ma il sole gia' scalda e sicuramente per la discesa sara' stupendo firn. E' una salita completa: rampant per 350 metri sotto la vetta e ramponi per gli ultimi 50, ma non difficile.

Arrivo in cresta. Saranno 300 metri lineari e 30 di dislivello ma e' gia' molto tardi e tra andare e tornare mi ci vorra' almeno mezz'ora (chi mi conosce lo sa, le creste un po' mi intimoriscono...). Mi riposo, mangio qualcosa, faccio due foto. Finalmente vedo spuntare, alla base del pendio finale, i Catalani. Comincio a scendere. All'inizio e' ripido ma la neve e' super. Scivolo rapido ma cauto due curve per volta, poi quattro, poi penso alla meraviglia di questo momento e pieno di energie raggiungo i Catalani in una tirata. Due chiacchere sull'itinerario e sulle condizioni in alto e poi via verso l'auto.


Mi cambio e all'una sono con le gambe sotto il tavolo, nella piazzetta davanti alla chiesa di Ordino, sotto uno splendido sole.

Dopo pranzo, partiamo per Barcelona. Mara, salutandomi mi dice:
"I like your attitude: you come, with all your equipment, you climb your mountain while we sleep and at lunch you are back, with us. A man with a purpose"

E finisce per offrirmi di usare la sua casa quando lei e Michael non ci sono (di solito da aprile a dicembre, vanno via infatti domani) "whenever you want to come and climb a nearby mountain".














Questa volta, se avessi perso quest'occasione, il treno non sarebbe piu' passato. La smania mi ha permesso di godere di qualcosa che altrimenti avrei perso per sempre. Altre volte non va cosi': qualche volta si sale, qualche volta si scende.

Questa volta...

... mi stava proprio venendo voglia di rimanere qua a godermi la primavera invece che venire a votare. Per fortuna o purtroppo ho gia' prenotato treni e aerei.

Ma come si fa a non vergognarsi quando un probabile prossimo ministro del tuo Paese se ne esce con

«Queste elezioni potrebbero finire con la necessità di imbracciare i
fucili e andare a prendere queste carogne, la canaglia centralista
romana. Bisogna andare a prendere quella canaglia che sta facendo apposta ad impedire il voto».

E' una vergogna quella scheda elettorale in cui non ci si capisce niente (ma chi le ha disegnate?), e' una vergogna che esista sulla scena politica un personaggio come Umberto Bossi, e' una vergogna ancora piu' grande che il leader della sua coalizione lo difenda a spada tratta ribadendo per l'ennesima volta che si tratta di "fucilate a parole" o qualcosa del genere.

Per fortuna ancora mi riesce di farmi venire da ridere pensandoci, ma ci sarebbe da disperarsi.

L'altra parte si dice in rimonta, non saranno tanto migliori ma almeno queste figurette non ce le fanno fare, speriamo che il voto sia utile a farci vergognare un po' di meno...