giovedì 17 dicembre 2009

Oggi

Oggi e' uno di quei giorni in cui vorrei essere in tanti posti.

Oggi e' uno di quei giorni in cui ti svegli che magari hai dormito poco pensando troppo a quello che e' stato e a quello che sara', o forse solo gustandoti quello che e', oggi e' uno di quei giorni in cui ti svegli e il giorno ti sembra un po' piu' sorridente e bianco e luminoso, e poi apri la finestra e scopri che lo e' davvero, oggi e' uno di quei giorni in cui hai il sorriso sulle labbra tutto il giorno, ma basta poco per farti salire il cuore in gola, oggi e' uno di quei giorni che sai che non dimenticherai, comunque vada a finire, oggi e' uno di quei giorni in cui ti senti legato al passato, al presente e al futuro, oggi e' giovedi', quindi gia' sai che sara' un bel giorno, oggi e' uno di quei giorni in cui saresti pronto a fare qualcosa di un po' pazzo, oggi e' uno di quei giorni in cui tante cose diverse sembrano andare nella stessa direzione, oggi e' uno di quei giorni che vorresti non finissero mai, anche se sai che alla fine arriva la ciliegina, e per un attimo o per un'ora pensi che quella ciliegina avresti voluto andare a mangiarla, insieme alle persone a cui vuoi bene da sempre, invece di vederla da lontano, ognuno nella sua casa a pensare alla ciliegina e agli altri tre.

Oggi e' uno di quei giorni in cui non me ne frega niente di quello che pensa chi certe cose non le sente, non le capisce, o non le vuol capire.





...

lunedì 7 dicembre 2009

La paura e la ragione

Da qualche settimana volevo scrivere un commento sul referendum "antiminareti" che si e' svolto qui in Svizzera.

Il minareto non e' altro che un campanile e, proprio come il campanile di una chiesa, si trova solitamente in prossimita' di una moschea e idealmente ha la funzione di richiamare i fedeli alla preghiera.
Quello che e' successo un paio di settimane fa e' che gli Svizzeri, con una consultazione popolare (tecnicamente quello conclusosi un paio di settimane fa qui non si chiama referendum, vedi oltre), hanno deciso di modificare la Costituzione in modo che contenga esplicitamente il divieto di costruire nuovi minareti in territorio elvetico.

Come si e' arrivati a questa decisione?

E' chiaro che questo voto e' dettato da una qualche forma di paura. Di cosa hanno paura gli Svizzeri? I musulmani in Svizzera sono forse meglio integrati che in qualsiasi altro Stato europeo. Qui si puo' stare solo se si ha un lavoro, e quando lo si ha generalmente e' ben pagato; inoltre lo Stato fornisce un trattamento del tutto analogo agli immigrati e ai cittadini svizzeri. Tutto questo l'ho provato in prima persona.
E' vero che l'integrazione non e' fatta solo di diritti economici e civili, ma di sicuro questi sono di grande aiuto, e credo che in molti altri Stati non siano garantiti come in Svizzera. Inoltre, a riprova del fatto che il problema dell'integrazione e' sentito soprattutto da chi non lo ha, e' proprio nei Cantoni a piu' alta concentrazione di musulmani che la maggioranza della popolazione non musulmana ha votato NO alla legge antiminareti, mentre nei Cantoni sperduti sulle montagne, dove i musulmani nemmeno forse si azzardano ad entrare, il risultato e' stato nettamente opposto.

Gli Svizzeri hanno dunque paura. Paura di un'escalation di terrorismo, paura di vedere lese le proprie tradizioni, paura di trovarsi un nemico in casa.
Ma vorrei provare ad analizzare un poco le conseguenze di questa decisione. Davvero la costruzione di nuovi minareti sul suolo svizzero avrebbe aumentato la "pericolosita'" della comunita' musulmana in Svizzera? e in quale modo?
Non e' forse molto piu' pericoloso aver di fatto privato di un diritto molti residenti e cittadini svizzeri? l'unico modo che abbiamo per garantirci dei diritti e' quello di estenderli a quante piu' persone possibile. E' un concetto che e' stato applicato fin dai tempi dell'Impero Romano, quando a mano a mano lo status di "civis romanus" fu esteso a gran parte dei residenti delle Province. Questo dovrebbe valere anche in risposta al piu' banale e miope dei commenti che in questo caso prenderebbe piu' o meno la forma: "Forse negli Stati musulmani e' tollerata e permessa la presenza di campanili cristiani?".

Sottrarre un diritto e una liberta' e' il modo migliore per alimentare il desiderio di rivalsa e il risentimento. Qualsiasi fosse la paura per la proprio sicurezza di chi ha votato per il divieto di costruzione dei minareti, con questo voto essa dovrebbe crescere e non diminuire.
Purtroppo questo ragionamento non tocca la pancia della gente ma dovrebbe toccarne la ragione. Si sa pero' che e' assai difficile risalire dalla pancia alla testa di fronte ad un'aggressiva campagna mediateca su una decisione che va a toccare corde cosi' profonde di ciascunao di noi.

La Lega dei Ticinesi e' una versione svizzera della Lega Nord. "Il mattino" e' un giornale settimanale, di fatto un organo di partito. Me ne e' capitata casualmente in mano una copia qualche settimana fa. Uno dei titoli che piu' mi ha sorpreso e' stato

"Vogliono costruire i minareti ma togliere i crocifissi dalle scuole"

Al solo leggere una frase cosi' io sento un profondissimo disagio, un senso di vero e proprio stordimento e nausea: e' una frase totalmente priva di logica e coerenza, che accosta volutamente due aspetti assolutamente non correlati e profondamente diversi col solo scopo di andare a toccare proprio la pancia delle persone, impedendo loro di ragionare sulle conseguenze di un'azione.

Vorrei mettere esplicitamente in luce alcune contraddizioni in seno a questa frase. Da un lato, c'e' una richiesta di eliminare un simbolo religioso da un'Istituzione statale appartenente a un Paese che non ha una "Religione di Stato" e professa la liberta' di culto. Sebbene il crocifisso e la religione cattolica facciano parte dell'identita' culturale italiana (ed e' per questo che si studia religione a scuola, e non perche' la religione cattolica sia la piu' diffusa in Italia), non si capisce perche' in uno Stato laico e liberale debbano essere presenti simboli religiosi all'interno di Istituzioni pubbliche.

La "questione minareti" invece riguarda la possibilita' di un cittadino di edificare un luogo di culto. La costruzione di tali edifici sarebbe stata comunque regolata da una legge edilizia, come quella di qualsiasi altro edificio, e nessuno di essi sarebbe appartenuto allo Stato, ma se mai ad una comunita' di cittadini. Le due cose non hanno assolutamente niente a che vedere l'una con l'altra.
Inoltre il soggetto del verbo "vogliono" sembra essere uno solo quando e' chiaro (o dovrebbe esserlo) che chi vorrebbe rimuovere i crocifissi e chi vorrebbe costruire minareti sono due gruppi di persone abbastanza nettamente distinti.
Ma tant'e', una frase di quel tipo va a toccare proprio le "corde giuste" delle persone e sortisce precisamente l'effetto desiderato. E' in ogni caso un perfetto slogan del populismo.

In Svizzera esiste un sistema politico e di governo chiamato Democrazia diretta o semidiretta.
Il Parlamento e il Governo sono composti da politici non professionisti, inoltre il potere legislativo e' in buona parte direttamente nelle mani del popolo che e' chiamato a votare non solo su referendum abrogativi, ma anche su veri e propri disegni di legge, chiamati Iniziative, (come nel caso dei minareti), sia a livello locale (comunale o cantonale), sia a livello nazionale (federale). Il risultato e' che gli Svizzeri sono chiamati alle urne da 4 fino a 10 o 12 volte all'anno (dipende dall'anno, e dai Cantoni). La domanda che mi sono sentito fare diverse volte, in risposta al mio stupore per l'esito di questa votazione e' stata: "Ma se in un altro Paese europeo si potesse votare sullo stesso argomento, cosa uscirebbe dalle urne?".

La risposta mi da' i brividi, ma e' una domanda che mi ha fatto riflettere sul ruolo e il significato delle Consultazioni Popolari nella Democrazia. Il sentore generale prima di questa votazione era che mai il Popolo Svizzero si sarebbe rivelato cosi' ignorante e discriminatorio. Gli stessi Svizzeri, la maggior parte apparentemente, non volevano svegliarsi una mattina e scoprirsi tali. Infatti i sondaggi davano il NO (cioe' NO al divieto di costruzione di minareti) in netto vantaggio. Il risultato delle urne e' stato invece come si sa opposto. Che cosa e' successo? L'affluenza e' stata leggermente superiore al 50%, un risultato comunque molto alto per la Svizzera, dove appunto, come detto, si e' chiamati a votare spessissimo. E' probabile (o possibile o forse solo auspicabile) dunque che la maggioranza reale del Paese sia contro questa legge, ma da un lato la campagna per il SI e' stata tremendamente aggressiva, mentre quella per il NO praticamente assente, dall'altro molti che avrebbero votato NO hanno forse evitato di farlo, sostenuti probabilmente sia dai dati dei sondaggi, sia dalla fiducia nei propri concittadini.


Questa consultazione a me pare una manifestazione del fatto che la Democrazia non sempre e' una fedele espressione della volonta' del Popolo, ma a volte riveli come il Popolo stesso possa essere facilmente manipolato andando a toccarne le giuste corde e impedendogli l'accesso alla conoscenza, che e' l'unica arma contro la paura.

La paura e' un sentimento indispensabile, che ci impedisce di compiere azioni sconsiderate potenzialmente dannose. Tuttavia la percezione del pericolo e il pericolo reale sono spesso due concetti molto distanti. La piu' tipica della paure e' quella dell'ignoto: cio' che non conosciamo fa spesso paura. Quante volte abbiamo valutato un gesto difficile o pericoloso per poi, una volta compiutolo, renderci conto di aver sbagliato misura, renderci conto anche che forse il pericolo piu' grande sarebbe stato non provarci nemmeno? E' precisamente attraverso la manipolazione delle paure che i pochi possono esercitare il proprio controllo sui molti, quando i molti non si spingono un poco oltre, a cercare di superare quella barriera costituita dal brivido e dai battiti che salgono, quando i molti, alla ricerca di una risposta, invece di cercarla dove sta, nel mondo, continuano a guardarsi dentro, trovando solo gli inevitabili vuoti e le ignoranze che ognuno di noi porta con se' e che quando si alza lo sguardo non fanno che accecarci e impedirci di vedere che la soluzione migliore e' scritta gia' la fuori, basta fare il piccolo sforzo di tenere gli occhi aperti e leggerla.

domenica 6 dicembre 2009

La stagione puo' dirsi cominciata

Da un tentativo fallito di salita al Rauflihorn, nell'incantevole Diemtigtal, nascono 700 metri di discesa in stupenda polvere...





Da una giornata a Lautrerbrunner, il primo incontro ravvicinato con il West Flank dell'Eiger


E per finire, da una giornata ad Adelboden, esce un po' di semplice divertimento con un pizzico di tocco... artistico.

(Un consiglio: dopo aver cliccato Play, cliccando su HD si ottiene il link per vedere il video in alta qualita')

Parallel Ski in Berner Oberland from Beppe on Vimeo.

domenica 29 novembre 2009

Oggi...

...è un giorno molto triste qui in Svizzera. Qualcuno si vergogna, qualcuno si arrabbia, molti dovrebbero domandarsi dove abbiano sbagliato.

E anche io, che un po' di questo Paese e della sua gente ho lasciato entrare in me, provo quel misto di vergogna, rabbia e delusione e mi domando quale sia, se esiste, il modo giusto di incidere sulla realtá, per far sì che certi errori e certe sofferenze non si ripetano.

martedì 24 novembre 2009

Verita' nascoste

Certe cose cambiano, certe altre, invece, no.
Pero' alcune di queste sarebbe meglio che cambiassero magari...

venerdì 20 novembre 2009

Speriamo


Il primo passo e' fatto, ora non resta che attendere.
Una settimana e, se ci prendono, comincia l'avventura!




giovedì 19 novembre 2009

Il giorno migliore

Il giovedi' sta piano piano diventando il mio giorno preferito.

Intanto al giovedi' si e' gia' superata la meta' della settimana, e si puo' legittimamente cominciare a pensare al weekend. Poi il venerdi' di solito e' una giornata un po' piu' leggerina, si puo' anche uscire un po' prima, quindi insomma, una volta passato il giovedi', rimane proprio poco :)

E poi, ultimamente, di giovedi' mi sento piu' reattivo e produttivo, posso tornare a casa soddisfatto e anche le usuali riflessioni in sella alla bici appaiono piu' lucide e chiare, il giovedi'.

Gastronomia svizzera


"Ma il rösti si puo' prendere come antipasto?"

Fabio l'Ossolano

giovedì 5 novembre 2009

Samsara

Certi giorni uno si alza e si sente una strana carica addosso.

E se uno di quei giorni e' un giorno di sole, con le montagne innevate e i prati piu' in basso di un verde appena sbiadito, se e' un giorno in cui puoi respirare l'aria fresca dell'inverno alle porte, l'energia si moltiplica e poi si concentra e per un attimo o per un'ora o per un giorno la realta' comincia a scorrere davanti ai tuoi occhi come un libro gia' scritto, ti sembra di scivolare nel fiume e farti trasportare mentre sulle rive scorrono paesaggi familiari.

Un ostacolo e' solo un piccolo sasso da aggirare, accarezzandolo, e tutto sembra essere semplice e vero, fino a quando il fiume esce dal letto e perdendosi nel mare ogni sua singola goccia trova il modo di non svanire per sempre asciugandosi nell'aria.

domenica 25 ottobre 2009

Dalla finestra dell'ufficio... per davvero.

Cliccare qua, poi sulla miniatura, poi su Full Size, aspettare un po', e godersi lo spettacolo, con tanto di zoom :)

lunedì 19 ottobre 2009

Dalla finestra dell'ufficio...

..alzo lo sguardo, vedo piu' o meno questo e comincio a ripassare la lezione:

Wetterhorn, Schreckhorn, Finsteraarhorn, Gross Fiescherhorn, Eiger, Mönch, Junfraujoch, Jungfrau, Abeni Flue, Mittaghorn, Breithorn, Blüemlisalphorn, Doldenhorn, Balmhorn e per un pelo manco l'Altels, nascosto dietro la collina del Gurten...

In giro per le colline bernesi

Con salitona finale alla collina Gurten, da cui si domina la citta' e, in una giornata con meno nuvole, anche tutto l'Oberland bernese.

Gurten Final

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venerdì 16 ottobre 2009

Come Skype ma per gli SMS!

Ho scoperto oggi un programma bellissimo per cellulari che si chiama Skebby. Funziona come Skype, ma per gli SMS. Chi ha Skebby puo' inviare e ricevere SMS illimitati con altri utenti Skebby e si possono inviare messaggi a cellulari non Skebby per molto meno del costo di un normale SMS!

Usa la connessione dati del cellulare, quindi per chi ha una flat o si connette con una Wifi i costi sono davvero quasi nulli (nulli del tutto se si invia Skebby su Skebby!).
In piu' si possono mandare messaggi da un qualsiasi browser Web e comparira' come mittente il vostro numero di cellulare!

L'ho provato e funziona a meraviglia. Se il programma non e' attivo sul cellulare, Skebby vi fa uno squillo per dirvi che vi e' arrivato un messaggio!

Da provare subito!

giovedì 15 ottobre 2009

Svizzera

Aria frizzante, pungente, già nelle mattine di ottobre, caldarroste a ogni angolo, un fiume dalle acque trasparenti in mezzo alla capitale, centinaia di biciclette ordinatamente intorno alla stazione, prati verdi e mucche maculate appena fuori città, il treno che spacca il minuto, due ore di viaggio, 2 lingue, un lago, Eiger, Mönch, Jungfrau e... Mont Blanc!

lunedì 12 ottobre 2009

Cartoline da Berna: da casa al lavoro

From home to work

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Colonna sonora: Dover, Devil came to me

Rincorrere e ricorrere

Il ticchettio della pioggia sul soffitto prima di addormentarsi è un suono che sa di estate. Sa di una tenda azzurra come unico ma sicuro riparo, sa di un tetto bianco spiovente con travi di legno scuro, mi ricorda che anche quando sono dentro la città, protetto e coccolato dalle sue case e dalle sue strade, c'è là fuori un mondo fatto di aria fresca e un fuoco che scoppietta, di un vento che si infila sotto la tenda e soffia via le muffe di una vita ferma, alleggerisce la mente e lascia parlare quello che siamo per davvero, sussurra parole che poi troppo presto dimentichiamo.

Tornare alla città dopo esserne stato fuori per qualche giorno, può avere l'effetto di un pugno nello stomaco, ti fa sentire prigioniero della massa di luci, rumori e persone che nuovamente ti circonda; piantare una tenda sull'erba dopo aver passato mesi dentro il ventre della città, al contrario, può farti sentire libero e in pace, in una maniera che potresti aver dimenticato: dove, quando la mente e il cuore ci parlano più serenamente, più sinceramente? dove possiamo essere quello che siamo davvero senza il timore del giudizio degli altri e spogli di quel velo che spesso finisce col nascondere la vera natura delle cose?
dove sarà indicata più chiara la via che porta a rincorrere qualcosa di vero e a non ricorrere in vecchi errori?

mercoledì 7 ottobre 2009

Buonanotte

Il tetto spiovente e due finestre con vista sul cielo: attraversandole, la luna si adagia al mio fianco mentre le campane rintoccano i quarti d'ora. Insieme sussurrano un po' di serenità dimenticata, come se fossero mille lingue diverse ma una sola voce.




domenica 4 ottobre 2009

Un trasloco un po' complicato...

7 giorni e 7 notti

8 citta'
4 Stati

3000 Km in furgone
200 Km in auto
1700 Km in treno
900 Km in aereo

Totale: 5800 Km in circa 56 ore di viaggio e sole 35 ore di sonno.

Posso essere un po' stanchino?

Da domattina pero', si comincia a fare sul serio.

Gömmer!

venerdì 2 ottobre 2009

Questioni di lingua

La seguente frase compare come avviso quando si tenta di comprare un biglietto diretto Milano - Berna. Qualcuno mi spiega per favore cosa vuol dire? e qualcuno sa chi scrive il sito di Trenitalia?

Per le relazioni oltre Domodossola e' previsto trasbordo oltre Domodossola. Continuare?

lunedì 28 settembre 2009

Barna Berna

Ho deciso di cominciare a scrivere questo blog quando mi sono trasferito a Barcellona (che chi vive qua spesso abbrevia in Barna, essendo Barça di fatto riservato alla squadra di calcio). 19 mesi sono passati in fretta, come si addice a questa citta' che spesso non ti lascia respiro.

E di tempo per respirare, davvero, ne ho avuto poco, e forse ho anche passato troppo tempo a cercare di prendere aria, forse senza riuscirci.

Ci sono almeno due Barcellona: quella di chi ci e' nato, e quella di chi ci e' arrivato. Tra chi arriva qua, molto spesso per una scelta piu' o meno consapevole, c'e' un esercito di giovani tra i 25 e i 35 anni, che, sorpresi dalla vita in un momento di indecisione, o magari sospinti dalla necessita' di un cambimaneto, vengono in cerca di qualcosa, forse semplicemente di un po' di tempo, il loro tempo.

Ne trovano? arrivano dispersi e un po' disperati, come cambiano e come saranno cambiati quando ripartono? puo' sembrare paradossale, ma a volte questa meta' della citta' mi e' apparsa come la regina delle provinciali: alla fin fine, rivolta verso se' stessa, alla ricerca di un se' smarrito o mai trovato, con il rischio concreto di precipitare in una sterile autoreferenzialita', senza volere ne' potere ammmetterelo..

E in questo, l'altra citta', quella di chi ci e' nato, non e' poi cosi' diversa. Una citta' quasi schiacciata tra il desiderio di affermare la propria identita', Capitale di una Nazione, la Catalunya, e la consapevolezza che perderebbe gran parte della sua vitalita' e del suo fascino senza la contaminazione che la pervade.

Da Barna a Berna cambia solo una lettera, ma la nuova pagina e' bianca, anche se con qualche rigo per aiutarti a scrivere diritto, magari con qualche saliscendi in meno.
E' il momento di scendere dalla giostra, ma la vita e' tutta un saliscendi e non si ferma, perche' ci saranno nuovi sorrisi e abbracci e birre e parole, c'e' un mondo intero di montagne da conoscere e esplorare, mentre la giostra e' gia' in cammino.

giovedì 24 settembre 2009

Vivir con pareja

A veces él preparaba un dulce para ella, a veces ella preparaba una sopa para los dos, a veces se miraban a los ojos y podrías decir que podían perderse en estos ojos azules que sólo los alemanes tienen.

A veces gritaban toda la noche y la mañana salían juntos mirándose en sus ojos azules y sonriéndose. A veces daban ciertas patadas a las puertas, y volaban vasos por la terraza...

Si ahora es una de estas veces, después de una semana de despedidas, mentiras, decepciones, cansancio... una semana en la que has sabido que lo que une, a veces divide, que lo que crees cierto, muchas veces no lo es, que las personas, incluso tú, pueden cambiar, pero no mucho, mientras la ciudad se vuelve loca una vez más, y ya no tienes fuerza ni para oír los golpes y los gritos, si sueñas con perderte en un calor que sepa hacer desaparecer la tensión, aquí está lo que, metido en tus orejas y en tu cabeza, puede sacarte de todo eso, aunque sea sólo por 26 minutos irrepetibles y 40 más que no se pueden olvidar.

[Gracias a Vero por las correcciones!]













venerdì 18 settembre 2009

California

Il granito di Yosemite e' grandioso e impagabile, il lago Tahoe sa tasformarsi da calmo e accogliente a freddo e inquieto in poche ore, i vulcani della Sierra riempiono l'aria di vapore e odori, e la terra di colori e calore, i vini di Napa e Sonoma sono ricchi e sorprendenti, il deserto della Eastern Sierra puo' essere inaspettatemente caldo e accogliente; una sequoia gigante puo' tenerti intrappolato mezz'ora sotto la sua ombra, il Pacifico e' tremendamente freddo, ma a Big Sur e a Point Lobos pullula di vita e di colori: cormorani, delfini e leoni marini.

Poi Santa Cruz e San Francisco, che arrivano come un pugno nello stomaco, un'invasione di persone, colori, rumori. Dopo quasi due settimane tra campeggi nei boschi, laghi e deserti, dove gli orsi spesso la notte passeggiano tra le tende, la societa' civile appare come una tavolozza di colori mischiati confusamente. Nel centro dell'impero, a ogni angolo sembra affacciarsi la sua decadenza: persone dagli sguardi persi che passeggiando urlano la loro rabbia, il loro risentimento, a volte nascosti dietro una serenita', una cordialita' di facciata. Il colore della pelle quasi non e' piu' cio' che marca la differenza: e' l'avere un tetto, un conto in nero, un'auto, piu' grande possibile.

Pochi minuti di televisione hanno l'effetto di una pioggia di coltellate: il montaggio e' rapidissimo, la mente non riesce a mettere a fuoco un'immagine che eccone arrivare un'altra. Non ci deve essere tempo per pensare.

Per le strade, tutti gentili e sorridenti, nessuno si nega a dare un'indicazione, un suggerimento, peccato che spesso, quasi sempre, vengano senza una vera cognizione, come se ammettere l'ignoranza sia piu' grave che palesarla.
Stupisce la popolarita' delle auto ibride, peccato che sulle interminabili Freeway americane siano sprecate, ma fanno tanto green, ecofriendly.

La California e', si dice, una terra di contrasti, e piu' grande contrasto non ci potrebbe essere tra la sua natura selvaggia, sterminata, in attesa di una scoperta continua, che offre a tutti l'occasione del contatto col proprio se' piu' profondo e le sue grandi citta' crogiuolo di culture, ma in fondo forse prive di un'anima, prive di un senso che non sia l'ultimo Ipod o l'ostentazione di un se' a volte quasi caricaturato.

L'Half dome da sotto

Snake Dike, salendo sull'Half Dome

In cima, finalmente

La Valle di Yosemite

Tramonto sul cielo del Lago Tahoe

Tendina e Bear Box sul Lago Tahoe

Emerald Bay sul Lago Tahoe

Bumpass Hell, Lassen Volcanic National Park


Autoscatto su Echo Lake, Lassen Volcanic National Park

Vigneti a Sonoma

Bandiere della vacanza (USA, California, Italia, Svizzera)

La Eastern Sierra domina l'Alto Deserto (2300 m) intorno a Mono Lake

Sequoia gigante viva

Sequoia gigante morta (e' una di quelle PICCOLE!)

Costa del Big Sur. Al pomeriggio, al tramonto e al mattino coperta di nebbia




Point Lobos ("Lobos Marinos", in Spagnolo, sono i leoni marini. Gli Spagnoli furono i primi europei a scoprire e colonizzare la California)

Leoni marini e cormorani a Point Lobos

Beach Volley e Leone Marino a Santa Cruz

San Francisco, in bici sul Golden Gate

China Town
Sulle strade di San Francisco

mercoledì 26 agosto 2009

Vacanze


Due mesi di viaggi, montagne, granito pirenaico, calcare ligure e conglomerato, beh, a Montserrat, sono andati. Chissa' arriveranno un po' di foto nell'autunno grigio, soprattutto da affiancarsi a fessure, alberi grandi come grattacieli, spiagge deserte, strade ripide solcate da tram e funicolari... chi indovina dove atterra il mio aereo domani?



E poi e poi... se hai degli amici che ti portano in cima all'Half Dome passando per dei miseri 5.7... cosa si puo' chiedere di piu'?


martedì 9 giugno 2009

Tre regali

I ghiacci precipitano dalla roccia tutto intorno formando bianchi fiumi apparentemente immobili; il cielo blu, la neve bianca, il ghiaccio azzurro e la roccia scura, le piccole sagome dei tuoi compagni e nient'altro. Si sente il vento, il tuo respiro, lo scivolare degli sci sulla neve, ogni tanto il fiato di chi ti segue, o ti precede. E nient'altro. La cima, la salita, la discesa, all'improvviso non hanno piu' importanza e l'unico pensiero e' che non vorresti essere in nessun altro posto al mondo. L'unico desiderio e' quello di fermarsi e assaporare quell'istante. Imprimere bene nella memoria quella sensazione, per potervi annegare per qualche secondo quando ne senti il bisogno, fino a quando lentamente svanisce e ti lascia col desiderio di tornare a cercarla.


40 cm di polvere invernale, fredda, leggera e veloce, il 31 di maggio a 4000 metri, e' uno dei migliori regali che il cielo puo' rovesciare sulla terra.


L'arrivo alla Monterosahutte e' tra la nebbia, la pioggia e la neve. Poco sopra Zermatt, sul trenino che sale verso il Gornergratt, i fiocchi sono gia' abbondanti.

La notte porta cielo sereno e freddo, tutta l'acqua si fa neve e la partenza e' sotto i migliori auspici. Alle 4.23 di domenica 31 maggio ci mettiamo in marcia.


Si sale fra i ghiacci del Ghiacciaio del Monte Rosa, seguendo il lungo serpentone diretto alla vetta del gruppo, la Punta Dufour, o alla leggermente piu' modesta Nordend.
Il freddo e' intenso, e i freddolosi che dimenticano di coprirsi adeguatamente sono costretti a tornare indietro.


A 4000 metri non ci resta che decidere se seguire il pendio di sinistra, tagliato da due grandi seracchi, o deviare verso destra, seguendo la lunga fila sulla cresta verso la Dufour (ben visibile se si ingrandisce la foto cliccandoci sopra).


Rimaniamo in due a proseguire verso la Silbersaettel, a sinistra, la depressione massima tra Nordend e Dufour, seguendo la traccia profonda nella neve fresca. Dalla sella, a 4515 metri, parte la discesa integrale del Canalone Marinelli, percorsa solo da pochi temerari. E' davvero impressionante, un imbuto verso il vuoto!


Volendo si puo' salire a una delle due vette, o a tutte e due, per chi ne ha la forza (il rifugio e' gia' 1720 metri piu' in basso).


Il pendio quasi vergine e' troppo invitante e la stanchezza troppo grande. Rinunciamo alla vetta e dalla Sella ci buttiamo giu' scivolando veloci su una neve che non si puo' immaginare a cavallo tra maggio e giugno.

Sciare tra i seracchi, a 4500 metri, con il fiato che ti si spezza dopo due curve eppure farlo col sorriso stampato in volto, con gli occhi felici di un bambino: "esiste qualcosa di piu' bello che vorresti fare in questo momento?".


La notte seguente, la sveglia e' ancora alle 3, ma il rifugio e' avvolto dalla tormenta: freddo pungente, vento e neve piccola piccola e fredda in ogni direzione. Questa volta anche Meteoschweiz proprio non l'ha indovinata. Colazione rinviata di un'ora, ma alle 4 ancora non e' cambiato niente. Finalmente, alle 6, il cielo si apre, si mangia e si parte, direzione Colle del Lys.


Siamo soli questa volta, la nevicata ha cancellato tutte le tracce del giorno prima. Lasciamo la morena e ci immettiamo sul poderoso Grenzgletscher, proprio sotto la Nord del Lyskamm. Vista da qui, non fa tanta paura.


Battiamo traccia nel bianco, fino a quando il vento si fa piu' intenso e le nuvole che coprivano solo le vette piu' alte non si abbassano fino alla grande seraccata che dobbiamo superare sulla destra. Il tempo sembra di nuovo volgere al peggio. Torniamo indietro. La discesa, da 3300 metri a 2500, e' ancora una volta entusiasmante. Primo giugno, ancora 800 metri di polvere. E' il secondo regalo.


Risaliamo al rifugio e decidiamo di cominciare lentamente a tornare verso l'Italia, recuperando l'auto e fermandoci all'ospizio del Passo del Sempione. Negli ultimi 200 metri di discesa sul Grenzgletscher la neve della notte, scaldata ormai dal sole, si fa piu' lenta e pesante ma ci permette di lasciare le nostre tracce proprio in mezzo all'ultima seraccata del Grenzgletscher, dove si congiunge con il Ghiacciaio dei Gemelli.


4500 metri si sentono, soprattutto se e' la prima volta in stagione che si va cosi' in alto. Scendendo a Zermatt e' come se i polmoni si rempissero di nuovo, come se nelle ultime 24 ore, l'aria fosse loro mancata.
La lenta risalita della morena verso la stazione del trenino, riserva gradite sorprese...



... e un utlimo sguardo a dove abbiamo fatto scivolare gli sci, mentre le nostre tracce svaniscono...



L'ospizio del Sempione e' pieno di italiani, quasi tutti in partenza per il Breithorn, 3450 metri, 1500 piu' in alto.

E' una gita molto ripetuta, di cui si leggono report praticamente tutti i finesettimana da aprile a giugno. Ci viene tutto perfetto: salita su neve dura ma con buona aderenza, discesa alla ricerca della linea migliore, su neve dura ma liscissima in alto, firn nella parte centrale, e ancora ottima neve quasi estiva fino a 5 metri dall'ospizio. E' il terzo regalo, anche se questo, in realta', ce lo siamo andati a cercare. Bravo Ale!


Siamo riusciti pure a infilarci in un mini canalino, giusto per fare 4 o 5 curve con un po' di adrenalina in piu'.


Dopo 4 giorni e 3 regali cosi', in mezzo ad alcune tra le montagne piu' belle ed ambite, con i compagni di sempre...


...i progetti si sprecano, la mente e' in fermento, lo sguardo cade incessante su nuove pareti e pendii, ma la stagione e' finita, gli sci riposti con cura, meglio frenare la fantasia, che poi si finisce con l'abbandonare i freni inibitori e partorire idee e proposte malsane...