domenica 2 settembre 2012

Un nuovo inizio


Da mercoledì 29 agosto insegno fisica e matematica un collegio internazionale nel cuore delle Alpi Svizzere.
Non ho ma insegnato nelle scuole superiori, anche se è un'idea che è sempre rimasta dormiente in qualche anfratto della mia mente. Per una serie di coincidenze più o meno fortuite mi è capitata ora questa opportunità, e sono entusiasta di poterla sfruttare.

È vero che si finisce quasi sempre per insegnare le cose nella stessa maniera in cui le si è imparate, e io ho avuto sempre la fortuna di avere degli ottimi maestri. Penso sia giunta l'ora di ricambiare quanto ricevuto. 

Vorrei provare ad adottare un metodo forse non molto diffuso ma secondo me tremendamente efficace per insegnare ai ragazzi. 
Cercherò di mantenere al minimo il minutaggio di lezione frontale, in cui io parlo dalla cattedra e i ragazzi ascoltano e prendono appunti (...auspicabilmente...). 
Vorrei costruire il sapere insieme ai ragazzi, così come avviene davvero nella scienza, che è un'impresa quasi sempre collettiva, spinta dall'iniziativa e dalla passione dei singoli.


La mia esperienza era e resta limitata, per questo ho deciso di provare a raccontare quello che succede in classe in un blog, che spero sarà aperto a discussioni e commenti da parte di tutti.
Se vi va, fateci un salto e ditemi cosa ne pensate.

Filoscientifico.

Tracce di questa esperienza faranno capolino anche in questo blog, ma soltanto tracce.

Dov'eravamo rimasti?

Eh beh, il mio progetto di descrivere settimana per settimana il mio progresso dall'infortunio e dall'operazione si è arenato  alla dodicesima settimana... Sono passati ormai 7 mesi dall'operazione, trentaduesima settimana in corso.
Faccio un breve riassunto delle ultime venti.

Maggio

Ho cominciato lentamente a corricchiare: prima 20 minuti, poi 25, poi 35.
All'inizio ogni impatto col suolo provocava come un brivido salire dalla caviglia fino al ginocchio, poi piano piano sempre meglio.
Dopo le corse però l'indolenzimento muscolare insisteva soprattutto sulla gamba sana, evidentemente assai più sfruttata nel movimento.
Con la bicicletta è stata tutta un'altra cosa. Nessun dolore e miglioramenti continui.
Parallelamente cominciavo esercizi via via più difficili in palestra, e un serio rinforzo muscolare.

Giugno

Verso i primi di giugno mi sentivo abbastanza in forma da affrontare qualche attività fisica in più.
Una settimana di lavoro in una vigna in Piemonte...


La vigna a giugno from Beppe on Vimeo.


...e poi due settimane di meraviglioso "cicloviaggio": in bicicletta, da Assisi a Vibo Valentia, con circa 40 Kg di bici. Percorsi 920 Km e 9000 m di dislivello complessivi in 11 giorni di pedalate e 13 giorni di viaggio. Nessun problema al ginocchio, soltanto al ritorno un po' di risentimento agli adduttori, durato qualche giorno e mitigato da un paio di massaggi della fisioterapista.
Continuo però ad avere una fastidiosa contrattura al polpaccio sinistro che non mi permette di piegare completamente il ginocchio fino a toccare il sedere con il tallone.

Luglio

Il mese di luglio mi sono sentito finalmente abbastanza bene da affrontare qualche gita in montagna un po' più lunga, alcuni percorsi in mountain bike e... una bellissima gara, l'Alpinathlon, percorso di 3 tratte, una in bici da corsa (39 Km e 1000 metri di dislivello), una in MTB (29 Km e altri 1000 m di dislivello) e infine una a piedi, camminando, (12 Km e 1700 metri di dislivello). C'ho messo 9h20m, e non sono neanche arrivato ultimo. Il giorno dopo non ho avuto nessun tipo di indolenzimento, anzi, nella mia solita seduta alle terme sono riuscito per la prima volta a piegare completamente il ginocchio.

Agosto

Per il mese di agosto mi ero prefisso l'obiettivo di recuperare quei 2 cm di circonferenza del quadricipite che ancora mi mancano. Purtroppo ho fallito. Sono sceso a 1,5 cm, ma c'è ancora da lavorare. L'unico lavoro efficace è quello in palestra, e io la palestra la trovo tremendamente noiosa, quindi ci vado poco.  Mea culpa.
Anche la contrattura al polpaccio è sempre lì. Cerco di massaggiarla un po' ogni giorno e forse forse qualche miglioramento si vede.

All'inizio del mese mi è stato fatto notare che camminavo ancora un po' strano: rotazione anomala del bacino e un leggero zoppichio. Soprattutto in discesa. C'ho fatto attenzione, c'ho lavorato un po' con la fisioterapista. Il problema era causato, oltre che dalla minore forza e fiducia nel quadricipite sinistro, anche da una fastidiosa aderenza della cicatrice del drenaggio. Massaggi energici, pizzicottate e applicazioni di una ventosa hanno migliorato la situazione. Ora va quasi bene.
Il miglioramento è stato sancito da una gita di due giorni in montagna, dove il secondo ha giorno ha coinvolto circa 700 m in salita e 2000 in discesa: nessun problema al ginocchio, anzi nell'ultima ora sono andato alternando un passo svelto a una leggera corsa per riuscire a prendere in tempo il bus per tornare a casa. Nei giorni seguenti, come è normale, un po' di risentimento ai quadricipiti, ma la notizia positiva era che il risentimento era solo leggermente superiore nella gamba non operata rispetto a quella operata, segno che non l'ho sforzata poi molto di più.

Altri aspetti sui quali mi sento ancora debole sono la destrezza e la fiducia nei cambi di direzione, ma forse è più che altro una questione psicologica.
Vista la recente fredda perturbazione abbattutasi sulle Alpi, c'è una piccolissima possibilità che martedì faccia una scappata al Passo dello Stelvio per rimettere gli sci, ma a dire la verità non mi sento ancora troppo sicuro, forse meglio aspettare ancora un mesetto, dandoci dentro un po' di più con la palestra.

Un paio di annotazioni ancora: piegare il ginocchio completamente, a freddo, è ancora impossibile, così come sedersi in ginocchio sui talloni, ci vuole pazienza e un po' di riscaldamento. Sempre a freddo, soprattutto la mattina, ma a volte anche in mezzo alla giornata, il ginocchio schiocca se sottoposto a carico o rotazione. Penso sia tutto normale, soprattutto perché la frequenza degli schiocchi va riducendosi di mese in mese.
Anche qualche dolorino passeggero che magari dura una mezza giornata o due è da tenere in conto, ma anche questi vanno riducendosi.

Per settembre mi pongo lo stesso obiettivo che mi ero posto ad agosto: rinforzo muscolare. E prima sciata già prenotata per le prime due settimane di ottobre.

martedì 15 maggio 2012

Altre ragioni per vivere in Engadina...

Slideshow senza Flash clickando qui.

Perché vivere in Engadina


Perché guidando di notte verso casa può capitarti di... primo, vedere due gruppi di cervi attraversarti la strada; secondo, incrociare gli occhi luccicanti di una volpe che fissa quei cervi lontana solo pochi metri; terzo, guidare 30 km sotto una bufera di neve, il 5 di maggio; e infine, abbandonarsi al calore di una casa dalle spesse mura di pietra, costruita 400 anni fa dalle mani sapienti di un contadino nato e cresciuto sui soleggiati pendii della valle.
È come ritrovarsi faccia a faccia con la forza della natura e la volontà dell'uomo in un (quasi) ordinario sabato sera.

giovedì 26 aprile 2012

Pep


Il calcio, soprattutto quello di casa nostra, è una schifezza: capricci, isterismi, polemiche, partite vendute, arbitri comprati, scommesse, scene da guerriglia urbana, persino un morto nelle ultime settimane. Da tempo infatti evito di parlarne su queste pagine.

Tuttavia un poco più a sud negli ultimi anni c'è stata una squadra che chi un minimo segue il calcio ricorderà per molto tempo, forse per tutta la vita. Sto parlando naturalmente del Barcellona di Guardiola.
L'ultima settimana non è stata la più felice che questa squadra abbia conosciuto: eliminati dalla Champions League e sconfitti nel Clásico contro il Real Madrid.
È ovvio, non si può sempre vincere, a volte si può arrivare all'appuntamento decisivo stanchi o inconsapevolmente appagati, o scontrare contro il muro di chi ha capito che per vincere contro questa squadra bisogna riconoscere i propri limiti e difendersi a oltranza sperando che tutto vada per il verso giusto (il che ogni tanto può capitare) oppure incontrare l'unica squadra che per tasso tecnico e organizzazione di gioco può tenerle testa e, una volta ogni tanto, può anche vincere giocando.

Oggi sembra che Guardiola lascerà il Barcellona a fine stagione. Chi lo critica dicendo che si è ritrovato per le mani una squadra fantastica e chiunque avrebbe dominato con quegli uomini ora avrà la controprova che aspettava. Pep andrà ad allenare da qualche altra parte. Forse.
Tuttavia, in nessuna squadra sarà come al Barça. I ragazzi cresciuti nella cantera, la scuola di calcio del Barcellona, sono cresciuti nel solco tracciato da Cruyff prima e da Guardiola poi. Quando erano ragazzini era lui il riferimento, il modello, il ragazzo di Santpedor che era arrivato col suo Barcellona per la prima volta in cima all'Europa.
Passato ad allenare, quei ragazzi li ha cresciuti, dapprima nella squadra B, e molti ne ha condotti fino in prima squadra.
È il Barcellona di Guardiola perché il percorso che ha portato a Xavi, Iniesta, Messi, Puyol, Busquets, Piqué, Fabregas, fino ai giovanissimi Tello, Thiago Alcantara, Cuenca, passa inevitabilmente attraverso Guardiola: nella tecnica, nella tattica, nello stile, è stato Guardiola, dopo Cruyff, il cardine del Barcellona.

Ero là quando nel luglio 2008 Pep arrivò sulla panchina della prima squadra e ricordo chiaramente gli occhi dei catalani illuminarsi di gioia e orgoglio alla notizia, il loro volto non riuscire a celare un sorriso non appena si cominciava a parlare di Guardiola sulla panchina del Barça.
Josep Guardiola incarna lo spirito di una esperienza di sport, ma anche e soprattutto di serietà, di lavoro, di rispetto e poi di successo.
Per questo il Barcellona è l'eccezione, non la regola, purtroppo. Certo non lo ricorderemmo se non avesse vinto, ma questa squadra ha uno stile di gioco unico, forse mai visto e che forse mai si rivedrà, a tratti sembra giocare a un altro sport, favorita certo da una nidiata di giocatori straordinari, ma non capitati lì per caso, o per soldi, bensì per un progetto a lungo termine, un progetto del quale il successo è stato solo una conseguenza, forse inevitabile, e di cui Guardiola è in qualche maniera il simbolo.

Io avrei voluto che restasse per 10 o 20 anni, passando attraverso sconfitte e vittorie, senza venire meno allo spirito del giocattolo che ha contribuito a creare (almeno, ogni tanto, qualche partita di calcio in televisione sarei riuscito a vederla...). Invece sembra che se ne andrà. Peccato. Speriamo che non sia vero.

domenica 22 aprile 2012

L'ho fatto.

Dopo l'ennesima nevicata di aprile, ho messo le pelli e ho fatto un giretto dietro casa.
A 86 giorni dall'incidente e 82 dall'operazione.
Ben 175 m di dislivello e discesa rigorosamente a piedi.


Test di scarponi, attacchi nuovi e... ginocchio, positivo!



Dodici


Il problema principale di questa dodicesima settimana (13 - 20 aprile) è che... continua a nevicare!
È veramente frustrante ritrovarsi costretti a esercizi in palestra in un aprile così. Almeno due volte a settimana abbiamo avuto circa 20 cm di neve fresca in quota, quindi niente bici su strada né mountain bike... ma soprattutto niente sci...
In questo momento (domenica, questa settimana sono in ritardo di un paio di giorni) davanti a casa, a 1400 metri, ci sono quasi 10 cm di neve fresca e nevica sostenuto. Ogni altro commento penso sia superfluo.



A parte questo, nel weekend scorso ho sentito per la prima volta un po' di quell'affaticamento tipico da "muscolo che ha lavorato". In tedesco si chiama "Muskelkater" ("catarro da muscolo"), in spagnolo "agujetas" ("aghetti"), in italiano un termine preciso non c'è, anche se in alcuni dialetti sembra si dica qualcosa come "carne pesante" ma la denominazione ufficiale, almeno secondo Wikipedia, dovrebbe essere "Indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata". È una cosa che tutti abbiamo provato prima o poi e non è necessariamente una cosa cattiva, anzi è il segno che il muscolo ha fatto il suo dovere. Sembra che il dolore sia dovuto a delle microlacerazioni da sforzo del tessuto muscolare. L'importante è non dimenticare di compensare con delle proteine e in un paio di giorni il muscolo si risistema e il dolore passa.
A me personalmente ha fatto piacere sentirlo: è il segno che il punto debole era il muscolo e non il ginocchio.
Non ci sono altre grosse novità, a parte l'aumento del carico in palestra e una mobilità ancora migliorata, anche se poco.
Il periodo "critico" (ottava - dodicesima settimana) sembra essere passato senza imprevisti. Dalla prossima settimana dovrei poter cominciare a correre, fare piccoli salti, movimenti "start and stop" e cambi direzione. Ma prima di tutto questo, lunedì controllo dal chirurgo.

domenica 15 aprile 2012

La giostra si ferma

Oggi chiudono gli impianti di Scuol. E nevica.
La prima neve era arrivata un po' tardi, il 6 dicembre, ma poi fino a fine gennaio non ha quasi più smesso di scendere. Febbraio e marzo sono stati secchi e soleggiati, molto freddo a febbraio, fino a -30 gradi, ma non sono mancate temperature miti, fino a 15 gradi. Poi ad aprile ha ricominciato a nevicare, e ancora non smette.

Avevo mandato una domanda di lavoro quasi per gioco. Quando a settembre mi è arrivata una mail dalla Scuola di Sci, dove si dicevano interessati e mi invitavano a un colloquio, la prima cosa che ho pensato è stata: "E ora? ci vado per davvero?".

Ci sono venuto.
Il giro di giostra è durato due mesi, dal corso per maestri per bambini all'incidente. 58 giorni sugli sci, comunque  più di quelli di una stagione "normale".



A volte, scendendo con un gruppo di allievi verso la balconata di Motta Naluns in un giorno di sole, guardavo le montagne davanti a me e mi domandavo se fosse tutto vero, se davvero fossi passato dal trascorrere 8-10 ore al giorno chiuso in ufficio, spesso da solo, attendendo il finesettimana o rubando mezza giornata per respirare aria fresca, al trascorrere quelle stesse ore, per intere settimane senza sosta, col vento, il sole e la neve in faccia, in mezzo a centinaia di persone o a volte da solo ma circondato dalle impronte di cervi, caprioli e lepri, che da qualche parte lo sai che stanno a guardarti, senza farsi vedere.

Ci sono alcune cose che non hanno prezzo e che non si possono dimenticare: lo sguardo sognante e l'entusiasmo di certi bimbi, le giornate di sole e quelle sotto la bufera, l'alba rosa e fredda in gennaio, le pause pranzo in mezzo metro di neve fresca sulla pista chiusa con conseguente ramanzina dei maestri "anziani", l'allievo che finalmente capisce e comincia a godere un pochino di più delle sue giornate sulla neve, lo sguardo di fiducia delle persone, le scappate mattutine con le pelli...

Certo poi ci sono i rischi del mestiere... L'infortunio ha cambiato totalmente la prospettiva. Di nuovo spesso da solo, di nuovo tra quattro mura. Non è stato divertente, né facile... è andata così. Adesso che piano piano ne esco, sembrano più gli ultimi due mesi un brutto sogno di quanto i primi due non sembrassero un sogno ad occhi aperti: l'intensità di certi istanti e l'aria pungente sulla faccia e nei polmoni rimangono impresse, sono sensazioni vere e vive, che in sogno così intense non possono essere

Non resta che attendere il prossimo giro di giostra.

venerdì 13 aprile 2012

Undici

Questa settimana (5-12 aprile), è stata davvero molto positiva.
Domenica ho fatto un giro in bici di una ventina di Km e 450 m di dislivello e lunedì un giro a piedi di 5,5 Km e 500 m di dislivello, in cui ho anche collaudato la camminata degli scarponi da scialpinismo nuovi (di cui presto vorrei scrivere una recensione, anzi una mezza recensione, visto che per la parte di discesa ci sarà da aspettare...).
Ho avuto ottime sensazioni, solo un po' di fastidio al polpaccio e una condizione neanche così male.
Avrei voluto continuare ma qui è tornato l'inverno, quindi ho dirottato sul crosstrainer, o ergotrainer, o eccentrico che dir si voglia, oltre ad essermi fatto un altro po' di inaspettato nervosismo da powder mancata.
Ieri un ottimo massaggio della fisioterapista ha migliorato abbastanza la contrattura al polpaccio che mi dà noia fin dalla seconda settimana dopo l'operazione.
Ho sempre un po' di fastidio alla parte interna del ginocchio, nei pressi dell'inserzione di uno dei tendini che mi sono stati prelevati per ricostruire il legamento, quando applico un carico laterale. La fisioterapista tratta il dolore con una macchina per gli ultrasuoni. Non saprei dire se funziona davvero.
C'è un solo esercizio in cui fa male, quello per gli adduttori che si effettua tirando un peso lateralmente. Faccio tre serie, e il dolore diventa via via meno intenso tra la prima e la terza serie. Penso possa considerarsi un buon segno.
Lunedì ho misurato il quadricipite e siamo solo a 1,5 cm di differenza tra le due gambe.  Il quadricipite comincia a "vedersi", a soffrire di più sembra essere ora il polpaccio, visibilmente più piccolo, anche se ora ho introdotto nella routine un'esercizio che lo stressa abbastanza: su un piede solo sul bordo di un gradino, lasciar cadere il tallone un po' in giù e poi salire sulle punte. Con due serie da 15 ripetizioni sono al carico massimale.
Qui a destra ho messo il link al mio profilo su Movescount, dove sto cercando di tenere un registro delle attività (in attesa che il progetto YAWN prenda forma... ), anche se purtroppo temo che per accedere all'elenco di tutte le mie attività dobbiate registrarvi, il che so già per certo scoraggerà almeno uno dei miei 5 lettori.
Le prime due-tre settimane dopo l'operazione sognavo spesso di andare a sciare, o di andare a fare qualche gita, o di ritrovarmi alla partenza della PDG e poi scoprire che non potevo partire. Stanotte ho sognato di fare due o tre curve sugli sci e poi ricordarmi che erano passati solo due mesi dall'operazione e non avrei dovuto. Però il ginocchio teneva.

mercoledì 11 aprile 2012

Non ci facciamo mancare niente

Dopo il cervo sotto casa intorno all'Epifania, finito l'inverno è arrivato anche l'orso, avvistato nella fattoria  a 500 metri da casa...
Qui per leggerne di più.

lunedì 9 aprile 2012

Mammut Basecamp

Più o meno otto mesi fa ero da qualche parte dentro una delle tende che si vedono in questa foto, ma soprattutto da qualche parte tra queste persone. Chi mi trova?

venerdì 6 aprile 2012

Dieci

Anche la decima settimana (30 marzo - 6 aprile) è passata.
L'inverno è ormai finito e ha riservato la sua ultima classica "zampata" proprio ieri, con neve abbondante sopra i 2000 - 2200 metri. Se non altro forse con oggi finisco i rimpianti da polvere mancata.

Una delle migliori notizie di questa settimana è che il ginocchio comincia ad avere anche un aspetto quasi normale. Insomma, finalmente lo riconosco come "il mio ginocchio".
Ho bissato la risalita in bici con prestazioni già migliori, così come ho già aumentato un pochino il carico sulle macchine da palestra, oltre a fare almeno 35 minuti a sessione di crosstrainer, o eccentrico.
Ieri la fisioterapista ha usato una specie di ventosa per "staccare" un paio di cicatrici dal sottopelle. Devo dire che la sensazione è che abbia funzionato, soprattutto la cicatrice corrispondente al tubino del drenaggio aveva cominciato a darmi un po' fastidio. Incredibilmente già stamane va molto meglio.
Nel movimento di pedalata in piscina per la prima volta non sento praticamente differenza fra un ginocchio e l'altro, e lentamente mi sembra di aver guadagnato qualche grado in flessione, ma solo a caldo, perché a freddo sul lettino la misura registra sempre qualcosa tra 120 e 125, purtroppo. Ci vorrà ancora un po' di pazienza.

Qualche tempo fa mi avevano proposto di partecipare al Tor des Geants. Per quest'anno la vedo dura, ma intanto, per darmi un'obiettivo, mi sono iscritto a quest'altro. Parte proprio da qui dietro, ci sarà da aspettare l'ok del medico, ma intanto la fisioterapista ha detto che per lei è possibile...

Di lavoro e felicità

In merito al mio post precedente, il sempre puntuale Z. mi ha fatto notare questo interessante articolo (in inglese).
Vale la pena leggerlo. Riporto qui solo una traduzione (mia) della brevissima introduzione:

La falsa credenza. Non c'è niente di meglio al mondo che essere pagati per fare ciò che ami. 
La verità. Essere pagato per fare ciò che già ti diverte farà scemare il tuo amore per quel compito perché attribuirai la motivazione per farlo al guadagno e non ai tuoi sentimenti.

sabato 31 marzo 2012

Felicità effimera e felicità concreta

“Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono."

Primo Levi

venerdì 30 marzo 2012

In forma per tutta la vita

Qui tra le montagne, in antichi paesi popolati ormai solo quasi da arzille vecchine, capita di incontrare personaggi dalle doti fisiche incredibilmente ben mantenute.
Un esempio che qui a Tarasp non può non saltare all'occhio è quello di Nesa.
Ampiamente sopra gli 80, parla correntemente per lo meno tre lingue e un paio di dialetti, fa lunghe passeggiate, gite sociali (la prossima due settimane in Sicilia!), va a sciare, ma solo quando il tempo è bello, e non disdegna qualche gita di scialpinismo, incluse alcune lunghe e non banali, rigorosamente in solitaria.
Pensavo che fosse imbattibile come rapporto età/stato di forma, e forse lo è, ma la vecchina tedesca che potete vedere nei video qui in fondo sicuramente è una rivale agguerrita.

Mi domando se ci sarà mai qualcuno della nostra generazione che possa arrivare a 85 anni in questo stato, intossicati come siamo dalla vita sedentaria e da cibi di dubbie qualità (e quantità).




Nove

Questa settimana (23-30 marzo) è stata molto positiva.
Il passo migliora decisamente, non ho quasi più quella sensazione di avere i muscoli della coscia e del polpaccio appesi come salami alle ossa ma cominciano a rispondere, la flessione e l'estensione vanno decisamente meglio.
Finalmente ho cominciato il lavoro serio di potenziamento muscolare in palestra con macchine infernali per adduttori, bicipiti femorali e quadricipiti.
L'altra buona notizia è che per la prima volta sono riuscito ad andare in bici all'aperto. Mi sono addirittura azzardato a scendere in paese e risalire, 5 km e 200 m di dislivello. Con il rapportino e un passo ridicolmente lento, ho impiegato per la salita una volta e mezzo quello che avevo impiegato a novembre, prima della prima neve e di tutto quello che è seguito. Poca roba, ma sempre molto meglio che niente!

venerdì 23 marzo 2012

Otto

Non è che potesse continuare indefinitamente così: ogni giorno un pochino meglio. Prima o poi un piccolo stop doveva arrivare. E così nell'ottava settimana (16-23 marzo) è arrivato. L'altra sera faccio dieci minuti di bici, poi scendo un attimo e al risalire non riesco quasi più a piegare il ginocchio. Capita a volte che le prime due, tre pedalate il ginocchio sia come da sciogliere, e "pizzichi" dietro, poi va, invece questa volta proprio non ci siamo. Fa troppo male.
Pazienza, un paio di giorni di riposo, un po' di stretching e torna tutto in ordine. Probabilmente è una contrattura del polpaccio che fatica ad andarsene e ogni tanto torna a farsi sentire più forte. Tutto normale in questo periodo. Però per un giorno e mezzo mi sembrava di essere tornato indietro di due settimane!

Ieri ho fatto una passeggiata abbastanza lunga (circa 40 minuti) su un sentiero invernale. Nonostante il fondo leggermente sconnesso e la neve a tratti cedevole (che a un certo punto mi ha fatto anche prendere un piccolo spavento), ottime sensazioni.

Il tutore è stato ormai archiviato nello sgabuzzino.

La fisioterapista dice che il periodo dall'ottava alla dodicesima settimana è critico perché ci si sente in grado di fare più cose ma la muscolatura e l'articolazione non sono ancora pronte. In particolare bisogna evitare di compiere movimenti troppo rapidi in cui il piede non è a contatto con il suolo o qualcos'altro che faccia sufficiente resistenza (in gergo si dice di evitare movimenti a catena cinetica aperta). In questa ottica è da evitare l'esercizio della bicicletta per aria descritto al punto 16 della routine della settimana Sei.

In piscina ho un nuovo programma che comprende movimenti più rapidi e piegamenti del ginocchio per cercare di recuperare qualche grado. Funziona. Siamo passati da 115 a 120. Descrivo ora qualche dettaglio.
Corsa "skip" (ginocchia alte) e corsa calciata posteriore. Dico corsa perché lo scopo è fare movimenti veloci facendo tanti passi e poco spostamento. Poi ancora esercizio della bicicletta (in acqua c'è più resistenza e il problema della catena cinetica aperta è mitigato, fare comunque attenzione a non girare troppo veloce) più aprire e chiudere gambe a forbice (sempre con schiena a bordo piscina), poi gambe distese alternate su e giù, tipo movimento dello stile libero. Attenzione a tenere ben contratti i quadricipiti e controllare il movimento.
Per provare a far piegare un po' il ginocchio aggrapparsi a bordo piscina, mettere il piede un po' alto sul muro, l'altro giù sul fondo e cercare di avvicinare il busto e il ginocchio al bordo, fin dove possibile. Da entrambi i lai per vedere la differenza.
Se la piscina ha dei gradini, o magari sulla scaletta di entrata, cercare di andare a sedersi sui talloni, tenendoli però a terra, fin dove possibile. Usare il sostegno dell'acqua, che permette di non caricare tutto il peso e tenersi a qualcosa con le mani per sicurezza.

Anche a secco ho un nuovo programma, che comincia a essere orientato maggiormente al potenziamento. Ecco la mia routine.

1) pettorali con manubri: 40

2) seduto per terra, piegamenti/distensioni della gamba, con pallina da tennis sotto il piede: 25

3) alzate laterali a gamba distesa:20

4) schiena a terra, palla sgonfia tra le ginocchia sollevate, piedi abbandonati per consentire il massimo piegamento delle ginocchia , portare il petto verso le ginocchia: 25

5) gambe piegate, palla trai piedi, distendere le gambe: 15

6) stretching: supino, gamba sinistra distesa al suolo, gamba destra piegata, portare al petto il ginocchio tirando con due mani. Poi gamba destra distesa al suolo, gamba sinistra distesa, portare il ginocchio più possibile verso il petto sempre tirando con due mani. Stessa cosa a gambe invertite.
Infine allungamento del quadricipite: sdraiato al bordo di un letto o tavolo alto lasciare penzolare la gamba e tirare il piede a sé aiutandosi con un panno girato intorno alla caviglia

7) step: 20 (per gamba)

8) in piedi, salire sulle punte: 25

9) semisquat: 15

10) step in discesa: 12 (per gamba)

11) Sretching come al punto 6)

12) semiponte con una gamba distesa verso l'alto da entrambi i lati (questo è il più duro al momento): 8

13) tricipiti flessioni: 15

14) una gamba leggerissimamente flessa, l'altra gamba sollevata e distendendola far toccare la punta del piede prima bene avanti poi bene indietro. Ora con qualcosa che crei instabilità sotto il piede in appoggio (ad esempio un materassino blandamente arrotolato). Da farsi da entrambi i lati 15 volte.

15) bicipiti (2 Kg): 60

16) dorsali (2 Kg): 18

Infine abbiamo fatto un po' di esercizi in equilibrio su una specia di disco volante rovesciato. Divertente.

venerdì 16 marzo 2012

Zero

Venerdì 27 gennaio decisi di andare a sciare un po' da solo. Mi sentivo in forma senza nessun segno di fatica per la gita del giorno prima sul Piz Arina.

Ho preso gli sci da pista per provare un po' di esercizi. Sono sci da slalom un po' corti, non sono più tanto abituato ad usarli, quindi ho bisogno di fare un po' di pratica.
D'altra parte sta arrivando l'alta stagione, e qualche cliente un po' più esigente capiterà di sicuro. Meglio prepararsi.

Nonostante un paio di classiche spigolate ben controllate me la sono cavata abbastanza bene. Provo qualche volta la pista cronometrata e tiro giù 5 secondi tra la prima e la sesta discesa. Direi un bel risultato.
Non so quanti anni erano che non scendevo trai pali.

Ormai è passato mezzogiorno e comincio ad avere un certo languorino. Il venerdì davanti alla stazione a valle dell'ovovia di Scuol c'è un piccolo mercato di prodotti locali con diverse squisitezze. Decido di fare un'ultima discesa e mangiare un boccone veloce prima di riprendere il bus per tornare a casa.
La prima parte della Talabfahrt (la pista di rientro) è strettina e in alcuni punti un po' ripida. Mi sento bene e la prendo forse un po' troppo veloce. Gli sci ballano se li lascio piatti, ma appena li metto sugli spigoli è come se fossero su due binari.
Ho buone sensazioni, ma comunque decido che è meglio prenderla più tranquillamente, domani comincia l'alta stagione e non è proprio il caso di farsi male.

Già in vista della stazione a valle, mi avvio tranquillamente verso il penultimo cambio di pendenza quando in una curva verso destra prendo un'altra piccola spigolata, maledetti scietti!
Giusto quella mattina avevo osservato compiaciuto come i miei quadricipiti fossero più tonici che mai.
Con in testa per un breve istante quel pensiero mi dico: "eh no, ora mi tiro su!". È un attimo, lo scietto risponde rapidamente alla sollecitazione e mi manda in rotazione, le punte schizzano verso l'alto e quando toccano di nuovo terra lo fanno di traverso rispetto alla direzione in cui mi sto muovendo.

Ops.

La botta sulla gamba sinistra è bella secca. Sento subito un dolore intenso e diffuso, ma non insopportabile. Rimango accasciato al suolo sul fianco sinistro per un po'. Mi tengo il ginocchio tra le mani.

 - Merda!

Piz Arina

26 gennaio 2012

Il Piz Arina è una montagna di 2828 metri che domina il paese di Ramosch. È una classica gita abbastanza facile, esposta a sud e quindi perfetta per fantastiche discese in firn primaverile, ma si presta bene anche a una rapida toccata e fuga dopo una buona nevicata per godere di neve polverosa su pendenze ideali prima che il sole cominci a trasformarla. C'è solo un breve passaggio in un imbuto che può essere pericoloso ma lo si può aggirare passando per il morbido costolone sud. Alla fine si allunga un po', ma si sta tranquilli. A me comunque la situazione non sembra tanto pericolosa, e quindi decidiamo di infilarci rapidamente nell'imbuto. Tutto a posto, è meno brutto di quanto sembrasse dalla descrizione sulla guida.

Tra il lavoro sulle piste, e la tanta neve caduta fino ad ora che invogliava più a metri di dislivello in discesa che in salita, è la prima vera gita dell'anno.
La prima parte nel bosco sembra veramente incantata.
Christa si ferma a metà perché oggi non è proprio la sua giornata migliore, io mi avvio in totale solitudine verso la cima promettendo di fare retromarcia al più tardi alle 11.45, dovunque sia.
Essere da solo su una montagna, d'inverno, dà sempre emozioni speciali. Sono momenti che vanno assaporati e conservati, non si sa mai quando ti recapiteranno.
Alle 12 sono sull'anticima e vedo la croce di vetta. Mancheranno ancora 20 metri di dislivello ma c'è parecchio spostamento e soprattutto c'è da battere traccia. Penso che non sia il caso di far aspettare ancora Christa e scendo in bellissima polvere appena scaldata dal sole.

Ecco, come nelle vecchie tradizioni una breve galleria di immagini.

Uno

- Merda!
È la prima cosa che riesco a dire alla signora che si ferma al mio fianco.

 - Merda?
 - Sorry, das bedeutet Scheisse auf Italienisch
 - Ja, ich weiss…
accenna un mezzo sorriso, io anche.
 - Soll i alüette?
(o come diavolo si scrive, è Schwyzzerdütsch, dialetto svizzero…)
 - Mmmh, ich weiss noch nicht...

Provo a rialzarmi, lentamente, sembra che il ginocchio tenga. Faccio una curva. Fa male ma sembra tutto a posto. Dico alla signora che ce la faccio e mi avvio lentamente verso valle.

Appena tolgo gli sci capisco che camminare è un problema. Il ginocchio non risponde bene e faccio fatica a piegarlo.
Mentre mi avvio verso il deposito sci della Scuola, la gamba mi cede improvvisamente e per poco non finisco per terra.
Non mi sembra un buon segno.

All'ospedale il medico mi fa la prova del cassetto: da sdraiato sul lettino, mi fa piegare la gamba, si siede sul piede e tira la parte inferiore della gamba verso di sé.
Dice che entrambe le ginocchia sono abbastanza lasche, quindi o ho i legamenti di gomma, oppure entrambi i crociati anteriori sono saltati! Visto che alla gamba destra non ho subito nessun colpo, si dimostra ottimista e dice che forse potrebbe essere saltato il crociato posteriore, anche se è un infortunio abbastanza raro. I legamenti collaterali sembrano a posto.
Risonanza magnetica prenotata per lunedì 30 gennaio, a Samedan, intanto mi danno un paio di stampelle.

Il ginocchio nel weekend si gonfia e fa abbastanza male. In più lo sento, è strano, risponde male, c'è qualcosa che non va.
Sdraiato sul letto, con gli occhi sbarrati penso che no, cazzo, non può succedere proprio ora.
Ho deciso di cambiare vita, almeno per una stagione, lavorare col corpo, all'aria aperta e ora… domattina mi sveglio e non ho più male, deve essere così!

"Vorderes Kreuzband Ruptur"

Crociato anteriore rotto.
Lunedì 30 gennaio. Sono le 16.30 ed è tardi per operare oggi. Operiamo domani. Stagione finita.
Il verdetto e la decisione dell'ortopedico sono così veloci che non riesco nemmeno a realizzare quello che mi sta dicendo.

La mattina dopo mi ritrovo in ospedale pronto per l'operazione. Di per sé l'intervento non è un granché. Con l'epidurale non si sente niente. Per un po' riesco a guardare lo schermo dove una telecamera infilata dentro il mio ginocchio proietta l'immagine di muscoli e tendini. Resisto una mezz'oretta e poi il valium fa il suo effetto e mi addormento. Non ho chiesto che me ne dessero, ma si vede che mi hanno visto un po' nervosetto.

Ho una flebo nella mano con liquidi e sali, un catetere con dell'anestetico che va direttamente nella gamba e il drenaggio all'altezza del ginocchio. Il problema del giorno dell'operazione è riacquistare sensibilità dalla pancia in giù. E fare pipì, molto importante, può diventare complicato e richiedere un aiuto esterno, purtroppo.
Il dolore in compenso non è molto. È ancora quasi tutto bello addormentato.

Il primo giorno dopo l'operazione la fisioterapista mi mette in piedi. Con due stampelle facciamo il giro della stanza. Porta il tutore meccanico che mi muove la gamba, a poco a poco me la fa piegare. È piacevole.

All'ospedale di Scuol sono tutti molto gentili e anche il cibo non è affatto male. Ogni giorno arriva almeno una volta l'elicottero a portare qualcuno che si è fatto male sulle piste. È normale, è alta stagione. Passo il tempo leggendo e guardando film sul portatile, qualche volta chiacchiero con il mio compagno di stanza.

La notte del giorno dopo l'operazione è il momento peggiore. Il dolore è a tratti insopportabile. Provo a resistere, ad aspettare l'effetto del paracetamolo, ma nel pieno della notte cedo, chiamo l'infermiera, mi dà la morfina. Non è che faccia effetto subito, ma dopo un po' mi addormento. Il peggio è passato.

Il secondo giorno, giovedì, esco dalla stanza sulle mie gambe. Facciamo un giretto nel corridoio.
Venerdì la fisioterapista mi insegna a salire e scendere le scale. Dopo che la radiografia di controllo non ha segnalato nulla di anomalo, mi mandano a casa.

Due

Scrivendo oggi, al termine della settima settimana, posso dire che questa seconda (3-10 febbraio) è stata forse la peggiore.
I ricordi sono un po' confusi.

Venerdì 3 febbraio mi hanno mandato a casa.
Potendo muovermi solo con due stampelle il mio contributo alle faccende casalinghe è davvero minimo. La mia attività si riduce a contrazioni isometriche del quadricipite e un po' di esercizi di mobilitazione attiva (seduto sul bordo del letto faccio strisciare il piede per terra).
Sto quasi sempre a letto e non è un gran bel vivere. 

Farsi la doccia è proibito per non bagnare le ferite.
Non ho troppi dolori, solo le ferite tirano un po'. Comunque prendo antinfiammatori e antidolorifici, forse questo aiuta.
L'estensione del ginocchio va abbastanza bene, 10 gradi circa non sono un problema. Il piegamento è un'altra storia, sono sui 50-60, ma tira forte dietro.
Dovrebbe arrivarmi la settimana prossima il tutore meccanico che mobilizza il ginocchio. Quando lo usavo in ospedale era una pacchia.

La gamba è ancora un po' insensibile, ma penso sia normale. Una notte mi sono svegliato con il pollicione totalmente addormentato. Devo dire che la cosa mi ha preoccupato ma dopo un po' di massaggi è passato. È chiaro comunque che la circolazione è quello che è.

Tre

È la seconda settimana che passo interamente a casa (10-17 febbraio). Sono finiti i 15 giorni di punture di eparina.
C'è stato un problema di una sospetta piccola trombosi ma la soluzione è stata semplicemente prendere 5 giorni in più di eparina.
Mi sono stati tolti i punti, operazione totalmente indolore, e a parte un po' di croste le ferite sembrano anche abbastanza belline. Sono in tutto quattro. Una bella lunga da dove sono entrati con gli attrezzi più grandi, proprio sotto il ginocchio. Due piccole, una a destra e una a sinistra della rotula, da dove sono entrati con la telecamera e con il drenaggio, più una media nella parte interna del ginocchio, da dove probabilmente hanno estratto i tendini con cui hanno ricostruito il legamento.
A sinistra della ferita grande non ho praticamente sensibilità sulla pelle. Il medico dice che è normale perché vengono recisi alcuni nervi superficiali. Un po' tornerà ma non sarà mai come prima. Pazienza.

Il muscolo della gamba sinistra ha perso ben 4,5 cm rispetto a quello della gamba destra.

Ho ricevuto a casa il kinetec, un tutore motorizzato che mi mobilizza il ginocchio. Devo dire che è molto piacevole. La deambulazione con due stampelle va benone, con una stampella è ancora difficile, ma almeno riesco a fare qualcosa in casa, compreso lavare i piatti. La circolazione non è ottimale, i piedi mi si raffreddano rapidissimamente, e con le temperature di questi giorni non è tanto facile uscire. Leggo molto, guardo serie TV e sto quasi sempre a letto, a parte quando mi dedico alla fisioterapia.

Ho cominciato a ridurre un po' gli antidolorifici.
Dormo poco, perché devo restare con la gamba distesa e sempre in posizione supina. Dopo un po' non ce la faccio più...

Con la fisioterapista ho provato a salire sulla cyclette con pedivella ultracorta alla gamba sinistra. Forse è troppo presto, avrò fatto sì e no 2 minuti.

Ho elaborato una routine che mette insieme i suggerimenti della fisioterapista con un minimo di esercizi per la parte superiore del corpo.

  1. pettorali con manubri (3 Kg): 20
  2. seduto per terra, piegamenti/distensioni della gamba, con pallina da tennis sotto il piede: 20
  3. alzate laterali a gamba distesa: 20
  4. schiena a terra, palla sgonfia tra le ginocchia sollevate, piedi abbandonati per consentire il massimo piegamento delle ginocchia , portare il petto verso le ginocchia: 25
  5. flessioni sui tricipiti appoggiati al bordo del letto.
  6. bicipiti con manubri da 3 Kg: 80
  7. dorsali con manubri da 3 Kg: 12
  8. in piedi, salire sulle punte: 20
  9. contrazioni isometriche del quadricipite con palla sgonfia sotto il ginocchio

Quattro

Siamo alla quarta settimana dall'incidente (17 - 24 febbraio). Comincio a muovermi discretamente su una stempella sola.
Il nuovo record sulla cyclette è 10 minuti, con pedivella sinistra molto più corta della destra. Sono soddisfatto. 
Le ferite cominciano a chiudersi per bene, le due più piccole sono quasi sparite, merito soprattutto dell'olio di San Giovanni credo. 
Visto che le ferite sono chiuse, sono andato in piscina con la fisioterapista, abbiamo fatto 8 esercizi diversi, che ho ripetuto due volte per circa un'ora in totale: camminare normalmente, camminare in punta di piedi, sui talloni, alzando le ginocchia e i talloni. Alternati a ogni tipo di camminata, da fermo a bordo piscina: appoggiare le spalle al bordo e fare il movimento della bicicletta, semisquat (andando con la testa sott'acqua), salire in punta di piedi.

Non dovrei caricare ancora più di 20-25 Kg sul ginocchio e la sensazione di poter camminare quasi normalmente grazie al sostegno dell'acqua è bellissima.
Con il kinetec arrivo a 90 gradi, e continuo gli esercizi di mobilitazione attiva. 
Finalmente sono anche finite le punture di eparina nella gamba.

Per la prima volta da 3 settimane mi sono messo in posizione prona, e ho fatto l'esercizio di flettere la gamba tirando su il piede: grande fatica, le prime due-tre alzate mi ha aiutato la fisioterapista, ma ce l'ho fatta, fino a circa 80 gradi. Sono soddisfatto perché temevo un po' questa prova che a detta di molti era molto dura.
Il ginocchio è sempre abbastanza gonfio, massaggiarlo un po' dietro aiuta, ma soprattutto aiuta tenerlo alto e metterci del ghiaccio. Sul ghiaccio però ci sono pareri contrastanti: c'è chi dice che rallenta tutto, anche la guarigione, quindi meglio non esagerare. Cerco di usarlo con parsimonia.

In questo momento l'idea che dalla settimana prossima dovrei camminare senza stampelle mi sembra allucinante, ma noto anche che ci sono progressi sensibili praticamente ogni giorno, quindi forse non è poi così impossible. 

Cinque

La quinta settimana va dal 24 febbraio al 2 marzo.
Il ginocchio è ancora abbastanza gonfio e dovrei cominciare a camminare senza stampelle. I primi giorni sono stati ancora complicatini, a partire da giovedì va meglio, porto la stampella con me ma faccio qualche passo senza. Lunedì 27 ho avuto la visita di controllo a 4 settimane dall'intervento. La prova del cassetto ha dato esito positivo, il ginocchio è stabile, anche se sempre un po' gonfio.

Ho sempre una contratturina al polpaccio che non se ne vuole andare. La fisioterapista ha fatto un paio di massaggi ma l'effetto è durato poco.

Con il kinetec ormai vado abbastanza tranquillamente da 0 a 110 gradi. La fisioterapista dice che posso restituirlo e bisogna ora concentrarsi maggiormente sulla fase attiva.

Sulla cyclette abbiamo allungato un po' la pedivella sinistra. Ora è solo due step più corta di quella destra. Ho pedalato 15 minuti. Non male.

Sei

Nella sesta settimana (2-9 marzo) la fisioterapista mi ha introdotto qualche nuovo esercizio propriocettivo: una gamba leggerissimamente flessa, l'altra gamba sollevata e distendendola far toccare la punta del piede prima bene avanti poi bene indietro.  Da farsi da entrambi i lati. E poi finalmente qualche gradino, su e giù. Per ora non faccio alcuna fatica. Li inserisco all'interno della mia routine, che ora si compone così:

  1. pettorali con manubri (3 Kg): 40
  2. seduto per terra, piegamenti/distensioni della gamba, con pallina da tennis sotto il piede: 20
  3. alzate laterali a gamba distesa: 20
  4. prono, contrazione del bicipite femorale alzando i piedi: 20
  5. schiena a terra, palla sgonfia tra le ginocchia sollevate, piedi abbandonati per consentire il massimo piegamento delle ginocchia , portare il petto verso le ginocchia: 25
  6. gambe piegate, palla trai piedi, distendere le gambe: 15
  7. stretching del gracile: supino, gamba sinistra distesa al suolo, gamba destra piegata, portare al petto il ginocchio tirando con due mani. Poi gamba destra distesa al suolo gamba sinistra distesa, portare il ginocchio più possibile verso il petto sempre tirando con due mani. Stessa cosa a gambe invertite.
  8. flessioni sui tricipiti appoggiati al bordo del letto.
  9. mantenere la posizione accovacciata: 6 volte 20 secondi
  10. bicipiti con manubri da 3 Kg: 80
  11. dorsali con manubri da 3 Kg: 12
  12. seduto sul letto, tallone a terra, contrazioni tricipite e quadricipite in tre posizioni di estensione diversa: 3 volte 10 in ciascuna posizione
  13. in piedi, salire sulle punte: 20
  14. una gamba leggerissimamente flessa, l'altra gamba sollevata e distendendola far toccare la punta del piede prima bene avanti poi bene indietro.  Da farsi da entrambi i lati 15 volte.
  15. stretching come il punto 7
  16. seduto in terra, sollevare le gambe e far mulinare le gambe tipo bicilcetta: 50 giri
  17. come il punto 12 ma seduto in terra
  18. contrazioni isometriche del quadricipite con palla sgonfia sotto il ginocchio
  19. step, 15 volte
Come al solito cerco di fare due o tre volte al giorno la routine.

In un secondo esercizio propriocettivo mi ha messo in equilibrio su una pedana sostenuta da catene: è instabile, bisogna cercare di farla ballare il meno possibile. Questo a casa non si può fare.
Finalmente le pedivelle della bici hanno la stessa lunghezza, quindi dalla settimana prossima posso provare col rullo a casa.

In piegamento arrivo a 110 gradi, mi sembravano di più ma invece no. Fino a qualche giorno fa durante il piegamento tirava solo dietro, ora tira anche davanti. Forse è un buon segno però...

Stendendo bene la gamba verso l'alto e lasciandola sollevata il ginocchio si sgonfia abbastanza, finalmente!

Il gracile "tira" ma gli esercizi di allungamento fanno bene.
Da domenica 4 ho deciso di abbandonare anche la seconda stampella. Più o meno va, anche se tendo a non stendere completamente la gamba quando la carico, e questo mi fa un po' zoppicare. C'è da lavorare. 

Sette (in particolare)

Mi sono fatto male venerdì 27 gennaio, intorno a mezzogiorno, cadendo stupidamente nel tentativo di recuperare una spigolata a 200 metri dalla fine dell'ultima discesa di giornata. Legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro rotto e ricostruito con prelievo di tendine dal muscolo gracile e semitendinoso martedì 31 gennaio.

Dunque la settima settimana va da venerdì 9 marzo a venerdì 16 marzo.

La camminata senza stampelle è quasi fluida e mi sento via via più sicuro.
Comincio a fidarmi a fare piccoli movimenti di rotazione anche in appoggio sul piede sinistro.
Sabato a causa del terreno irregolare mi è scivolato indietro il tallone, il ginocchio è andato in iperestensione perché il muscolo ancora non è in grado di esercitare una stabilizzazione attiva. Lì per lì ha fatto male e per tutto il giorno il ginocchio è rimasto un po' "strano", ma già domenica era a posto.
Sono sempre presenti dolorini nella parte interna del ginocchio, soprattutto in appoggio.

La fisioterapista mi ha dato un paio di esercizi nuovi per stirare finalmente il quadricipite. Tira e fa male, ma è una bella sensazione tutto sommato.
Ancora non piego il ginocchio a più di 115 gradi, ma tutto il movimento, fino a quel punto, è via via più fluido e non sento quasi alcun fastidio.

Allo scadere della sesta settimana dall'intervento (lunedì 12 marzo), ho il terzo controllo dal chirurgo.
Il ginocchio ha finalmente cominciato a sgonfiarsi sensibilmente anche se la mancanza di muscolatura intorno non lo fa ancora apparire un ginocchio "normale".
La prova del cassetto dà esito positivo: il ginocchio sinistro, infortunato, è più stabile di quello destro.

D'ora in avanti bisogna cominciare a concentrarsi di più sul rinforzo muscolare: posso guidare, andare in bicicletta, prima magari a casa sul rullo, e cominciare a camminare senza il tutore coi rinforzi laterali in metallo.
Quest'ultimo non è un passaggio semplicissimo perché la muscolatura ancora non sostiene pienamente il ginocchio e il tutore è un po' come una coperta di Linus. La fisioterapista mi suggerisce semisquat e semiponte su una gamba sola come nuovi esercizi di rinforzo, abbandonando gli esercizi statici più semplci  e le contrazioni del bicipite femorale.
Finalmente comincio a sentire un po' di fatica.
50 minuti di bici sul rullo sono il nuovo record. L'ordine è di non andare oltre le 60 pedalate al minuto, e visto che se il rapporto è troppo duro il ginocchio chiama, non si va oltre il 65% della frequenza massima. Comunque è bello sentire il cuore tornare a battere un po' più velocemente.

Camminando senza tutore il ginocchio sembra ancora un po' ballerino, circa due passi su tre, se non faccio attenzione, si muove leggermente fuori asse e scricchiola. Bisogna camminare con un minimo di coscienza del movimento. La rullata però mi sembra buona, zoppico un pochino, ma quasi non si nota.
Ieri ho fatto una lunga passeggiata sulla neve, su un sentiero battuto. Ho messo il tutore perché non mi fidavo ancora, e come mi aspettavo nessuno scricchiolio e buona sensazione di sicurezza.

Sette (in generale)

Il 7, si sa, è un numero speciale.
Intanto per cominciare è dispari, il che lo rende subito un numero acuto e pungente, ma questo è niente.
Sette sono sono le meraviglie del mondo antico, i Re di Roma e a ben vedere anche i Sette Nani.
Sette sono le stelle più luminose dell'Orsa Minore e dell'Orsa Maggiore (e dunque anche le stelle di Hokuto) ma anche quelle delle Pleiadi, e quindi le sette sorelle nate sul monte Cilene.
Sette sono i Sacramenti del Cattolicesimo, così come i Sigilli dell'Apocalisse e i peccati capitali, le virtù teologali e cardinali ma anche le Divinità della Fortuna buddista e i chakra.

E sette sono i Cieli dell'antichità, ciascuno corrispondente a un pianeta, comprendendo in questi anche la Luna, e dunque i giorni della settimana.
Da sempre abbiamo diviso il tempo in base alle osservazioni della volta celeste, cercando in essa una regolarità che speravamo forse di reincontrare in terra.
A volte capita, a volte notte, nonostante il bisogno che sempre, o quasi, ne sentiamo.

Tutto questo pomposo preambolo perché oggi sono sette settimane che mi sono rotto un ginocchio e sebbene fin dall'inizio avevo pensato di scrivere un piccolo diario settimanale del recupero, ad uso e consumo di altri che sfortunatamente patiranno simile infortunio, a 49 giorni dall'incidente ancora non ho cominciato, e avevo bisogno di un piccolo spunto.