sabato 31 marzo 2012

Felicità effimera e felicità concreta

“Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono."

Primo Levi

venerdì 30 marzo 2012

In forma per tutta la vita

Qui tra le montagne, in antichi paesi popolati ormai solo quasi da arzille vecchine, capita di incontrare personaggi dalle doti fisiche incredibilmente ben mantenute.
Un esempio che qui a Tarasp non può non saltare all'occhio è quello di Nesa.
Ampiamente sopra gli 80, parla correntemente per lo meno tre lingue e un paio di dialetti, fa lunghe passeggiate, gite sociali (la prossima due settimane in Sicilia!), va a sciare, ma solo quando il tempo è bello, e non disdegna qualche gita di scialpinismo, incluse alcune lunghe e non banali, rigorosamente in solitaria.
Pensavo che fosse imbattibile come rapporto età/stato di forma, e forse lo è, ma la vecchina tedesca che potete vedere nei video qui in fondo sicuramente è una rivale agguerrita.

Mi domando se ci sarà mai qualcuno della nostra generazione che possa arrivare a 85 anni in questo stato, intossicati come siamo dalla vita sedentaria e da cibi di dubbie qualità (e quantità).




Nove

Questa settimana (23-30 marzo) è stata molto positiva.
Il passo migliora decisamente, non ho quasi più quella sensazione di avere i muscoli della coscia e del polpaccio appesi come salami alle ossa ma cominciano a rispondere, la flessione e l'estensione vanno decisamente meglio.
Finalmente ho cominciato il lavoro serio di potenziamento muscolare in palestra con macchine infernali per adduttori, bicipiti femorali e quadricipiti.
L'altra buona notizia è che per la prima volta sono riuscito ad andare in bici all'aperto. Mi sono addirittura azzardato a scendere in paese e risalire, 5 km e 200 m di dislivello. Con il rapportino e un passo ridicolmente lento, ho impiegato per la salita una volta e mezzo quello che avevo impiegato a novembre, prima della prima neve e di tutto quello che è seguito. Poca roba, ma sempre molto meglio che niente!

venerdì 23 marzo 2012

Otto

Non è che potesse continuare indefinitamente così: ogni giorno un pochino meglio. Prima o poi un piccolo stop doveva arrivare. E così nell'ottava settimana (16-23 marzo) è arrivato. L'altra sera faccio dieci minuti di bici, poi scendo un attimo e al risalire non riesco quasi più a piegare il ginocchio. Capita a volte che le prime due, tre pedalate il ginocchio sia come da sciogliere, e "pizzichi" dietro, poi va, invece questa volta proprio non ci siamo. Fa troppo male.
Pazienza, un paio di giorni di riposo, un po' di stretching e torna tutto in ordine. Probabilmente è una contrattura del polpaccio che fatica ad andarsene e ogni tanto torna a farsi sentire più forte. Tutto normale in questo periodo. Però per un giorno e mezzo mi sembrava di essere tornato indietro di due settimane!

Ieri ho fatto una passeggiata abbastanza lunga (circa 40 minuti) su un sentiero invernale. Nonostante il fondo leggermente sconnesso e la neve a tratti cedevole (che a un certo punto mi ha fatto anche prendere un piccolo spavento), ottime sensazioni.

Il tutore è stato ormai archiviato nello sgabuzzino.

La fisioterapista dice che il periodo dall'ottava alla dodicesima settimana è critico perché ci si sente in grado di fare più cose ma la muscolatura e l'articolazione non sono ancora pronte. In particolare bisogna evitare di compiere movimenti troppo rapidi in cui il piede non è a contatto con il suolo o qualcos'altro che faccia sufficiente resistenza (in gergo si dice di evitare movimenti a catena cinetica aperta). In questa ottica è da evitare l'esercizio della bicicletta per aria descritto al punto 16 della routine della settimana Sei.

In piscina ho un nuovo programma che comprende movimenti più rapidi e piegamenti del ginocchio per cercare di recuperare qualche grado. Funziona. Siamo passati da 115 a 120. Descrivo ora qualche dettaglio.
Corsa "skip" (ginocchia alte) e corsa calciata posteriore. Dico corsa perché lo scopo è fare movimenti veloci facendo tanti passi e poco spostamento. Poi ancora esercizio della bicicletta (in acqua c'è più resistenza e il problema della catena cinetica aperta è mitigato, fare comunque attenzione a non girare troppo veloce) più aprire e chiudere gambe a forbice (sempre con schiena a bordo piscina), poi gambe distese alternate su e giù, tipo movimento dello stile libero. Attenzione a tenere ben contratti i quadricipiti e controllare il movimento.
Per provare a far piegare un po' il ginocchio aggrapparsi a bordo piscina, mettere il piede un po' alto sul muro, l'altro giù sul fondo e cercare di avvicinare il busto e il ginocchio al bordo, fin dove possibile. Da entrambi i lai per vedere la differenza.
Se la piscina ha dei gradini, o magari sulla scaletta di entrata, cercare di andare a sedersi sui talloni, tenendoli però a terra, fin dove possibile. Usare il sostegno dell'acqua, che permette di non caricare tutto il peso e tenersi a qualcosa con le mani per sicurezza.

Anche a secco ho un nuovo programma, che comincia a essere orientato maggiormente al potenziamento. Ecco la mia routine.

1) pettorali con manubri: 40

2) seduto per terra, piegamenti/distensioni della gamba, con pallina da tennis sotto il piede: 25

3) alzate laterali a gamba distesa:20

4) schiena a terra, palla sgonfia tra le ginocchia sollevate, piedi abbandonati per consentire il massimo piegamento delle ginocchia , portare il petto verso le ginocchia: 25

5) gambe piegate, palla trai piedi, distendere le gambe: 15

6) stretching: supino, gamba sinistra distesa al suolo, gamba destra piegata, portare al petto il ginocchio tirando con due mani. Poi gamba destra distesa al suolo, gamba sinistra distesa, portare il ginocchio più possibile verso il petto sempre tirando con due mani. Stessa cosa a gambe invertite.
Infine allungamento del quadricipite: sdraiato al bordo di un letto o tavolo alto lasciare penzolare la gamba e tirare il piede a sé aiutandosi con un panno girato intorno alla caviglia

7) step: 20 (per gamba)

8) in piedi, salire sulle punte: 25

9) semisquat: 15

10) step in discesa: 12 (per gamba)

11) Sretching come al punto 6)

12) semiponte con una gamba distesa verso l'alto da entrambi i lati (questo è il più duro al momento): 8

13) tricipiti flessioni: 15

14) una gamba leggerissimamente flessa, l'altra gamba sollevata e distendendola far toccare la punta del piede prima bene avanti poi bene indietro. Ora con qualcosa che crei instabilità sotto il piede in appoggio (ad esempio un materassino blandamente arrotolato). Da farsi da entrambi i lati 15 volte.

15) bicipiti (2 Kg): 60

16) dorsali (2 Kg): 18

Infine abbiamo fatto un po' di esercizi in equilibrio su una specia di disco volante rovesciato. Divertente.

venerdì 16 marzo 2012

Zero

Venerdì 27 gennaio decisi di andare a sciare un po' da solo. Mi sentivo in forma senza nessun segno di fatica per la gita del giorno prima sul Piz Arina.

Ho preso gli sci da pista per provare un po' di esercizi. Sono sci da slalom un po' corti, non sono più tanto abituato ad usarli, quindi ho bisogno di fare un po' di pratica.
D'altra parte sta arrivando l'alta stagione, e qualche cliente un po' più esigente capiterà di sicuro. Meglio prepararsi.

Nonostante un paio di classiche spigolate ben controllate me la sono cavata abbastanza bene. Provo qualche volta la pista cronometrata e tiro giù 5 secondi tra la prima e la sesta discesa. Direi un bel risultato.
Non so quanti anni erano che non scendevo trai pali.

Ormai è passato mezzogiorno e comincio ad avere un certo languorino. Il venerdì davanti alla stazione a valle dell'ovovia di Scuol c'è un piccolo mercato di prodotti locali con diverse squisitezze. Decido di fare un'ultima discesa e mangiare un boccone veloce prima di riprendere il bus per tornare a casa.
La prima parte della Talabfahrt (la pista di rientro) è strettina e in alcuni punti un po' ripida. Mi sento bene e la prendo forse un po' troppo veloce. Gli sci ballano se li lascio piatti, ma appena li metto sugli spigoli è come se fossero su due binari.
Ho buone sensazioni, ma comunque decido che è meglio prenderla più tranquillamente, domani comincia l'alta stagione e non è proprio il caso di farsi male.

Già in vista della stazione a valle, mi avvio tranquillamente verso il penultimo cambio di pendenza quando in una curva verso destra prendo un'altra piccola spigolata, maledetti scietti!
Giusto quella mattina avevo osservato compiaciuto come i miei quadricipiti fossero più tonici che mai.
Con in testa per un breve istante quel pensiero mi dico: "eh no, ora mi tiro su!". È un attimo, lo scietto risponde rapidamente alla sollecitazione e mi manda in rotazione, le punte schizzano verso l'alto e quando toccano di nuovo terra lo fanno di traverso rispetto alla direzione in cui mi sto muovendo.

Ops.

La botta sulla gamba sinistra è bella secca. Sento subito un dolore intenso e diffuso, ma non insopportabile. Rimango accasciato al suolo sul fianco sinistro per un po'. Mi tengo il ginocchio tra le mani.

 - Merda!

Piz Arina

26 gennaio 2012

Il Piz Arina è una montagna di 2828 metri che domina il paese di Ramosch. È una classica gita abbastanza facile, esposta a sud e quindi perfetta per fantastiche discese in firn primaverile, ma si presta bene anche a una rapida toccata e fuga dopo una buona nevicata per godere di neve polverosa su pendenze ideali prima che il sole cominci a trasformarla. C'è solo un breve passaggio in un imbuto che può essere pericoloso ma lo si può aggirare passando per il morbido costolone sud. Alla fine si allunga un po', ma si sta tranquilli. A me comunque la situazione non sembra tanto pericolosa, e quindi decidiamo di infilarci rapidamente nell'imbuto. Tutto a posto, è meno brutto di quanto sembrasse dalla descrizione sulla guida.

Tra il lavoro sulle piste, e la tanta neve caduta fino ad ora che invogliava più a metri di dislivello in discesa che in salita, è la prima vera gita dell'anno.
La prima parte nel bosco sembra veramente incantata.
Christa si ferma a metà perché oggi non è proprio la sua giornata migliore, io mi avvio in totale solitudine verso la cima promettendo di fare retromarcia al più tardi alle 11.45, dovunque sia.
Essere da solo su una montagna, d'inverno, dà sempre emozioni speciali. Sono momenti che vanno assaporati e conservati, non si sa mai quando ti recapiteranno.
Alle 12 sono sull'anticima e vedo la croce di vetta. Mancheranno ancora 20 metri di dislivello ma c'è parecchio spostamento e soprattutto c'è da battere traccia. Penso che non sia il caso di far aspettare ancora Christa e scendo in bellissima polvere appena scaldata dal sole.

Ecco, come nelle vecchie tradizioni una breve galleria di immagini.

Uno

- Merda!
È la prima cosa che riesco a dire alla signora che si ferma al mio fianco.

 - Merda?
 - Sorry, das bedeutet Scheisse auf Italienisch
 - Ja, ich weiss…
accenna un mezzo sorriso, io anche.
 - Soll i alüette?
(o come diavolo si scrive, è Schwyzzerdütsch, dialetto svizzero…)
 - Mmmh, ich weiss noch nicht...

Provo a rialzarmi, lentamente, sembra che il ginocchio tenga. Faccio una curva. Fa male ma sembra tutto a posto. Dico alla signora che ce la faccio e mi avvio lentamente verso valle.

Appena tolgo gli sci capisco che camminare è un problema. Il ginocchio non risponde bene e faccio fatica a piegarlo.
Mentre mi avvio verso il deposito sci della Scuola, la gamba mi cede improvvisamente e per poco non finisco per terra.
Non mi sembra un buon segno.

All'ospedale il medico mi fa la prova del cassetto: da sdraiato sul lettino, mi fa piegare la gamba, si siede sul piede e tira la parte inferiore della gamba verso di sé.
Dice che entrambe le ginocchia sono abbastanza lasche, quindi o ho i legamenti di gomma, oppure entrambi i crociati anteriori sono saltati! Visto che alla gamba destra non ho subito nessun colpo, si dimostra ottimista e dice che forse potrebbe essere saltato il crociato posteriore, anche se è un infortunio abbastanza raro. I legamenti collaterali sembrano a posto.
Risonanza magnetica prenotata per lunedì 30 gennaio, a Samedan, intanto mi danno un paio di stampelle.

Il ginocchio nel weekend si gonfia e fa abbastanza male. In più lo sento, è strano, risponde male, c'è qualcosa che non va.
Sdraiato sul letto, con gli occhi sbarrati penso che no, cazzo, non può succedere proprio ora.
Ho deciso di cambiare vita, almeno per una stagione, lavorare col corpo, all'aria aperta e ora… domattina mi sveglio e non ho più male, deve essere così!

"Vorderes Kreuzband Ruptur"

Crociato anteriore rotto.
Lunedì 30 gennaio. Sono le 16.30 ed è tardi per operare oggi. Operiamo domani. Stagione finita.
Il verdetto e la decisione dell'ortopedico sono così veloci che non riesco nemmeno a realizzare quello che mi sta dicendo.

La mattina dopo mi ritrovo in ospedale pronto per l'operazione. Di per sé l'intervento non è un granché. Con l'epidurale non si sente niente. Per un po' riesco a guardare lo schermo dove una telecamera infilata dentro il mio ginocchio proietta l'immagine di muscoli e tendini. Resisto una mezz'oretta e poi il valium fa il suo effetto e mi addormento. Non ho chiesto che me ne dessero, ma si vede che mi hanno visto un po' nervosetto.

Ho una flebo nella mano con liquidi e sali, un catetere con dell'anestetico che va direttamente nella gamba e il drenaggio all'altezza del ginocchio. Il problema del giorno dell'operazione è riacquistare sensibilità dalla pancia in giù. E fare pipì, molto importante, può diventare complicato e richiedere un aiuto esterno, purtroppo.
Il dolore in compenso non è molto. È ancora quasi tutto bello addormentato.

Il primo giorno dopo l'operazione la fisioterapista mi mette in piedi. Con due stampelle facciamo il giro della stanza. Porta il tutore meccanico che mi muove la gamba, a poco a poco me la fa piegare. È piacevole.

All'ospedale di Scuol sono tutti molto gentili e anche il cibo non è affatto male. Ogni giorno arriva almeno una volta l'elicottero a portare qualcuno che si è fatto male sulle piste. È normale, è alta stagione. Passo il tempo leggendo e guardando film sul portatile, qualche volta chiacchiero con il mio compagno di stanza.

La notte del giorno dopo l'operazione è il momento peggiore. Il dolore è a tratti insopportabile. Provo a resistere, ad aspettare l'effetto del paracetamolo, ma nel pieno della notte cedo, chiamo l'infermiera, mi dà la morfina. Non è che faccia effetto subito, ma dopo un po' mi addormento. Il peggio è passato.

Il secondo giorno, giovedì, esco dalla stanza sulle mie gambe. Facciamo un giretto nel corridoio.
Venerdì la fisioterapista mi insegna a salire e scendere le scale. Dopo che la radiografia di controllo non ha segnalato nulla di anomalo, mi mandano a casa.

Due

Scrivendo oggi, al termine della settima settimana, posso dire che questa seconda (3-10 febbraio) è stata forse la peggiore.
I ricordi sono un po' confusi.

Venerdì 3 febbraio mi hanno mandato a casa.
Potendo muovermi solo con due stampelle il mio contributo alle faccende casalinghe è davvero minimo. La mia attività si riduce a contrazioni isometriche del quadricipite e un po' di esercizi di mobilitazione attiva (seduto sul bordo del letto faccio strisciare il piede per terra).
Sto quasi sempre a letto e non è un gran bel vivere. 

Farsi la doccia è proibito per non bagnare le ferite.
Non ho troppi dolori, solo le ferite tirano un po'. Comunque prendo antinfiammatori e antidolorifici, forse questo aiuta.
L'estensione del ginocchio va abbastanza bene, 10 gradi circa non sono un problema. Il piegamento è un'altra storia, sono sui 50-60, ma tira forte dietro.
Dovrebbe arrivarmi la settimana prossima il tutore meccanico che mobilizza il ginocchio. Quando lo usavo in ospedale era una pacchia.

La gamba è ancora un po' insensibile, ma penso sia normale. Una notte mi sono svegliato con il pollicione totalmente addormentato. Devo dire che la cosa mi ha preoccupato ma dopo un po' di massaggi è passato. È chiaro comunque che la circolazione è quello che è.

Tre

È la seconda settimana che passo interamente a casa (10-17 febbraio). Sono finiti i 15 giorni di punture di eparina.
C'è stato un problema di una sospetta piccola trombosi ma la soluzione è stata semplicemente prendere 5 giorni in più di eparina.
Mi sono stati tolti i punti, operazione totalmente indolore, e a parte un po' di croste le ferite sembrano anche abbastanza belline. Sono in tutto quattro. Una bella lunga da dove sono entrati con gli attrezzi più grandi, proprio sotto il ginocchio. Due piccole, una a destra e una a sinistra della rotula, da dove sono entrati con la telecamera e con il drenaggio, più una media nella parte interna del ginocchio, da dove probabilmente hanno estratto i tendini con cui hanno ricostruito il legamento.
A sinistra della ferita grande non ho praticamente sensibilità sulla pelle. Il medico dice che è normale perché vengono recisi alcuni nervi superficiali. Un po' tornerà ma non sarà mai come prima. Pazienza.

Il muscolo della gamba sinistra ha perso ben 4,5 cm rispetto a quello della gamba destra.

Ho ricevuto a casa il kinetec, un tutore motorizzato che mi mobilizza il ginocchio. Devo dire che è molto piacevole. La deambulazione con due stampelle va benone, con una stampella è ancora difficile, ma almeno riesco a fare qualcosa in casa, compreso lavare i piatti. La circolazione non è ottimale, i piedi mi si raffreddano rapidissimamente, e con le temperature di questi giorni non è tanto facile uscire. Leggo molto, guardo serie TV e sto quasi sempre a letto, a parte quando mi dedico alla fisioterapia.

Ho cominciato a ridurre un po' gli antidolorifici.
Dormo poco, perché devo restare con la gamba distesa e sempre in posizione supina. Dopo un po' non ce la faccio più...

Con la fisioterapista ho provato a salire sulla cyclette con pedivella ultracorta alla gamba sinistra. Forse è troppo presto, avrò fatto sì e no 2 minuti.

Ho elaborato una routine che mette insieme i suggerimenti della fisioterapista con un minimo di esercizi per la parte superiore del corpo.

  1. pettorali con manubri (3 Kg): 20
  2. seduto per terra, piegamenti/distensioni della gamba, con pallina da tennis sotto il piede: 20
  3. alzate laterali a gamba distesa: 20
  4. schiena a terra, palla sgonfia tra le ginocchia sollevate, piedi abbandonati per consentire il massimo piegamento delle ginocchia , portare il petto verso le ginocchia: 25
  5. flessioni sui tricipiti appoggiati al bordo del letto.
  6. bicipiti con manubri da 3 Kg: 80
  7. dorsali con manubri da 3 Kg: 12
  8. in piedi, salire sulle punte: 20
  9. contrazioni isometriche del quadricipite con palla sgonfia sotto il ginocchio

Quattro

Siamo alla quarta settimana dall'incidente (17 - 24 febbraio). Comincio a muovermi discretamente su una stempella sola.
Il nuovo record sulla cyclette è 10 minuti, con pedivella sinistra molto più corta della destra. Sono soddisfatto. 
Le ferite cominciano a chiudersi per bene, le due più piccole sono quasi sparite, merito soprattutto dell'olio di San Giovanni credo. 
Visto che le ferite sono chiuse, sono andato in piscina con la fisioterapista, abbiamo fatto 8 esercizi diversi, che ho ripetuto due volte per circa un'ora in totale: camminare normalmente, camminare in punta di piedi, sui talloni, alzando le ginocchia e i talloni. Alternati a ogni tipo di camminata, da fermo a bordo piscina: appoggiare le spalle al bordo e fare il movimento della bicicletta, semisquat (andando con la testa sott'acqua), salire in punta di piedi.

Non dovrei caricare ancora più di 20-25 Kg sul ginocchio e la sensazione di poter camminare quasi normalmente grazie al sostegno dell'acqua è bellissima.
Con il kinetec arrivo a 90 gradi, e continuo gli esercizi di mobilitazione attiva. 
Finalmente sono anche finite le punture di eparina nella gamba.

Per la prima volta da 3 settimane mi sono messo in posizione prona, e ho fatto l'esercizio di flettere la gamba tirando su il piede: grande fatica, le prime due-tre alzate mi ha aiutato la fisioterapista, ma ce l'ho fatta, fino a circa 80 gradi. Sono soddisfatto perché temevo un po' questa prova che a detta di molti era molto dura.
Il ginocchio è sempre abbastanza gonfio, massaggiarlo un po' dietro aiuta, ma soprattutto aiuta tenerlo alto e metterci del ghiaccio. Sul ghiaccio però ci sono pareri contrastanti: c'è chi dice che rallenta tutto, anche la guarigione, quindi meglio non esagerare. Cerco di usarlo con parsimonia.

In questo momento l'idea che dalla settimana prossima dovrei camminare senza stampelle mi sembra allucinante, ma noto anche che ci sono progressi sensibili praticamente ogni giorno, quindi forse non è poi così impossible. 

Cinque

La quinta settimana va dal 24 febbraio al 2 marzo.
Il ginocchio è ancora abbastanza gonfio e dovrei cominciare a camminare senza stampelle. I primi giorni sono stati ancora complicatini, a partire da giovedì va meglio, porto la stampella con me ma faccio qualche passo senza. Lunedì 27 ho avuto la visita di controllo a 4 settimane dall'intervento. La prova del cassetto ha dato esito positivo, il ginocchio è stabile, anche se sempre un po' gonfio.

Ho sempre una contratturina al polpaccio che non se ne vuole andare. La fisioterapista ha fatto un paio di massaggi ma l'effetto è durato poco.

Con il kinetec ormai vado abbastanza tranquillamente da 0 a 110 gradi. La fisioterapista dice che posso restituirlo e bisogna ora concentrarsi maggiormente sulla fase attiva.

Sulla cyclette abbiamo allungato un po' la pedivella sinistra. Ora è solo due step più corta di quella destra. Ho pedalato 15 minuti. Non male.

Sei

Nella sesta settimana (2-9 marzo) la fisioterapista mi ha introdotto qualche nuovo esercizio propriocettivo: una gamba leggerissimamente flessa, l'altra gamba sollevata e distendendola far toccare la punta del piede prima bene avanti poi bene indietro.  Da farsi da entrambi i lati. E poi finalmente qualche gradino, su e giù. Per ora non faccio alcuna fatica. Li inserisco all'interno della mia routine, che ora si compone così:

  1. pettorali con manubri (3 Kg): 40
  2. seduto per terra, piegamenti/distensioni della gamba, con pallina da tennis sotto il piede: 20
  3. alzate laterali a gamba distesa: 20
  4. prono, contrazione del bicipite femorale alzando i piedi: 20
  5. schiena a terra, palla sgonfia tra le ginocchia sollevate, piedi abbandonati per consentire il massimo piegamento delle ginocchia , portare il petto verso le ginocchia: 25
  6. gambe piegate, palla trai piedi, distendere le gambe: 15
  7. stretching del gracile: supino, gamba sinistra distesa al suolo, gamba destra piegata, portare al petto il ginocchio tirando con due mani. Poi gamba destra distesa al suolo gamba sinistra distesa, portare il ginocchio più possibile verso il petto sempre tirando con due mani. Stessa cosa a gambe invertite.
  8. flessioni sui tricipiti appoggiati al bordo del letto.
  9. mantenere la posizione accovacciata: 6 volte 20 secondi
  10. bicipiti con manubri da 3 Kg: 80
  11. dorsali con manubri da 3 Kg: 12
  12. seduto sul letto, tallone a terra, contrazioni tricipite e quadricipite in tre posizioni di estensione diversa: 3 volte 10 in ciascuna posizione
  13. in piedi, salire sulle punte: 20
  14. una gamba leggerissimamente flessa, l'altra gamba sollevata e distendendola far toccare la punta del piede prima bene avanti poi bene indietro.  Da farsi da entrambi i lati 15 volte.
  15. stretching come il punto 7
  16. seduto in terra, sollevare le gambe e far mulinare le gambe tipo bicilcetta: 50 giri
  17. come il punto 12 ma seduto in terra
  18. contrazioni isometriche del quadricipite con palla sgonfia sotto il ginocchio
  19. step, 15 volte
Come al solito cerco di fare due o tre volte al giorno la routine.

In un secondo esercizio propriocettivo mi ha messo in equilibrio su una pedana sostenuta da catene: è instabile, bisogna cercare di farla ballare il meno possibile. Questo a casa non si può fare.
Finalmente le pedivelle della bici hanno la stessa lunghezza, quindi dalla settimana prossima posso provare col rullo a casa.

In piegamento arrivo a 110 gradi, mi sembravano di più ma invece no. Fino a qualche giorno fa durante il piegamento tirava solo dietro, ora tira anche davanti. Forse è un buon segno però...

Stendendo bene la gamba verso l'alto e lasciandola sollevata il ginocchio si sgonfia abbastanza, finalmente!

Il gracile "tira" ma gli esercizi di allungamento fanno bene.
Da domenica 4 ho deciso di abbandonare anche la seconda stampella. Più o meno va, anche se tendo a non stendere completamente la gamba quando la carico, e questo mi fa un po' zoppicare. C'è da lavorare. 

Sette (in particolare)

Mi sono fatto male venerdì 27 gennaio, intorno a mezzogiorno, cadendo stupidamente nel tentativo di recuperare una spigolata a 200 metri dalla fine dell'ultima discesa di giornata. Legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro rotto e ricostruito con prelievo di tendine dal muscolo gracile e semitendinoso martedì 31 gennaio.

Dunque la settima settimana va da venerdì 9 marzo a venerdì 16 marzo.

La camminata senza stampelle è quasi fluida e mi sento via via più sicuro.
Comincio a fidarmi a fare piccoli movimenti di rotazione anche in appoggio sul piede sinistro.
Sabato a causa del terreno irregolare mi è scivolato indietro il tallone, il ginocchio è andato in iperestensione perché il muscolo ancora non è in grado di esercitare una stabilizzazione attiva. Lì per lì ha fatto male e per tutto il giorno il ginocchio è rimasto un po' "strano", ma già domenica era a posto.
Sono sempre presenti dolorini nella parte interna del ginocchio, soprattutto in appoggio.

La fisioterapista mi ha dato un paio di esercizi nuovi per stirare finalmente il quadricipite. Tira e fa male, ma è una bella sensazione tutto sommato.
Ancora non piego il ginocchio a più di 115 gradi, ma tutto il movimento, fino a quel punto, è via via più fluido e non sento quasi alcun fastidio.

Allo scadere della sesta settimana dall'intervento (lunedì 12 marzo), ho il terzo controllo dal chirurgo.
Il ginocchio ha finalmente cominciato a sgonfiarsi sensibilmente anche se la mancanza di muscolatura intorno non lo fa ancora apparire un ginocchio "normale".
La prova del cassetto dà esito positivo: il ginocchio sinistro, infortunato, è più stabile di quello destro.

D'ora in avanti bisogna cominciare a concentrarsi di più sul rinforzo muscolare: posso guidare, andare in bicicletta, prima magari a casa sul rullo, e cominciare a camminare senza il tutore coi rinforzi laterali in metallo.
Quest'ultimo non è un passaggio semplicissimo perché la muscolatura ancora non sostiene pienamente il ginocchio e il tutore è un po' come una coperta di Linus. La fisioterapista mi suggerisce semisquat e semiponte su una gamba sola come nuovi esercizi di rinforzo, abbandonando gli esercizi statici più semplci  e le contrazioni del bicipite femorale.
Finalmente comincio a sentire un po' di fatica.
50 minuti di bici sul rullo sono il nuovo record. L'ordine è di non andare oltre le 60 pedalate al minuto, e visto che se il rapporto è troppo duro il ginocchio chiama, non si va oltre il 65% della frequenza massima. Comunque è bello sentire il cuore tornare a battere un po' più velocemente.

Camminando senza tutore il ginocchio sembra ancora un po' ballerino, circa due passi su tre, se non faccio attenzione, si muove leggermente fuori asse e scricchiola. Bisogna camminare con un minimo di coscienza del movimento. La rullata però mi sembra buona, zoppico un pochino, ma quasi non si nota.
Ieri ho fatto una lunga passeggiata sulla neve, su un sentiero battuto. Ho messo il tutore perché non mi fidavo ancora, e come mi aspettavo nessuno scricchiolio e buona sensazione di sicurezza.

Sette (in generale)

Il 7, si sa, è un numero speciale.
Intanto per cominciare è dispari, il che lo rende subito un numero acuto e pungente, ma questo è niente.
Sette sono sono le meraviglie del mondo antico, i Re di Roma e a ben vedere anche i Sette Nani.
Sette sono le stelle più luminose dell'Orsa Minore e dell'Orsa Maggiore (e dunque anche le stelle di Hokuto) ma anche quelle delle Pleiadi, e quindi le sette sorelle nate sul monte Cilene.
Sette sono i Sacramenti del Cattolicesimo, così come i Sigilli dell'Apocalisse e i peccati capitali, le virtù teologali e cardinali ma anche le Divinità della Fortuna buddista e i chakra.

E sette sono i Cieli dell'antichità, ciascuno corrispondente a un pianeta, comprendendo in questi anche la Luna, e dunque i giorni della settimana.
Da sempre abbiamo diviso il tempo in base alle osservazioni della volta celeste, cercando in essa una regolarità che speravamo forse di reincontrare in terra.
A volte capita, a volte notte, nonostante il bisogno che sempre, o quasi, ne sentiamo.

Tutto questo pomposo preambolo perché oggi sono sette settimane che mi sono rotto un ginocchio e sebbene fin dall'inizio avevo pensato di scrivere un piccolo diario settimanale del recupero, ad uso e consumo di altri che sfortunatamente patiranno simile infortunio, a 49 giorni dall'incidente ancora non ho cominciato, e avevo bisogno di un piccolo spunto.